Nel corso della solenne investitura, Marisa Cuomo ha ricevuto la stola, confezionata per l’occasione con i colori che contraddistinguevano gli abiti delle ducisse bizantine, dopo aver letto la formula in latino. Tutto questo alla presenza dell’arcivescovo, mons. Orazio Soricelli e dei sindaci di Amalfi, Daniele Milano, e Atrani, Luciano De Rosa Laderchi che, insieme alla commissione del premio, la hanno conferito il riconoscimento con questa motivazione: «Impegnata, come altri imprenditori innovativi, a promuovere i sapori e le tipicità del territorio, ha recuperato e riproposto, nel rispetto delle tradizioni, gli inebrianti ed identitari profumi dei vini prodotti, ab antiquo, nei vigneti terrazzati della Costa d’Amalfi, icona e presidio di un paesaggio rurale patrimonio dell’umanità».
La stola, anche questa volta, è stata adagiata sulle spalle da una donna: l’assessore Enza Cobalto che ha voluto fortemente che questo riconoscimento fosse attribuito anche alle donne.
«Voglio condividere questo riconoscimento con i tanti contadini spericolati che lavorano in fazzoletti di terra strappati alla roccia e coltivati con amore antico, sentinelle contro il dissesto e l’abbandono. Ringrazio mio marito, i miei figli, il nostro consulente enologo Luigi Moio che ci ha fatto riscoprire vitigni antichi ultracentenari che popolano la nostra amata terra e che oggi fanno dei nostri vini eccellenza del territorio. Non posso non ricordare mio cognato, Raffaele Ferraioli, fautore della nascita della Doc Costa d’Amalfi, delle Città del Vino e non solo. A lui un plauso fin là su per il patrimonio culturale che ci ha lasciato. A voi tutti va il mio grazie e la mia eterna riconoscenza» ha detto la neo Magista di Civiltà Amalfitana al termine dell’investitura svoltasi dinanzi alla chiesa palatina di San Salvatore de Birecto. La stessa in cui in epoca medievale venivano incoronati i duchi d’Amalfi. E così è stato. Dopo la nomina della Magistra il corteo storico di Amalfi, preceduto dagli sbandieratori di Cava, ha raggiunto la gradinata del Duomo di Amalfi dove Marisa Cuomo si è presentata alla piazza gremita di cittadini e turisti.
«Nella scelta di quest’anno – ha dichiarato il Sindaco di Amalfi, Daniele Milano – ci siamo orientati su una personalità che ha rappresentato in pieno quella che era l’eccellenza medievale di Amalfi. Gli amalfitani erano ottimi marinai ma soprattutto ottimi mercanti. Ed è per questo che abbiamo inteso premiare un’imprenditrice, una contadina e al tempo stesso – dedicando l’edizione di quest’anno al paesaggio rurale storico – a tutti coloro che amiamo chiamare agricoltori eroici, contadini spericolati, che con la loro mano si prendono cura del paesaggio della Costiera».
«E questo, del paesaggio rurale è un percorso che ci appassiona molto tant’è che nel 2018 quello di Amalfi è stato iscritto nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici e oggi concorre al riconoscimento internazionale GIAHS per le tradizioni agricole di importanza globale, istituito dalla FAO. Con Marisa Cuomo celebriamo la grande imprenditoria, chi si prende cura del territorio e celebriamo una donna così come quella che è impressa sul gonfalone storico della città peraltro da poco restaurato e che raffigura la città di Amalfi».
E la scorsa sera, nel corso di un’intervista pubblica, la neo “ducissa“ d’Amalfi ha parlato non senza qualche punta di emozione dell’avventura di produrre vini estremi provenienti da uve coltivate lungo fazzoletti aggrappati alle rocce. Anche in quell’occasione il suo ringraziamento, oltre a quel politico visionario che fu Raffaele Ferraioli, è andato al marito Andrea e a quale manipolo di uomini e di donne che hanno consentito con la loro opera di contadini eroici di rendere i vini dell’azienda di Furore tra i più blasonati al mondo.
«Anche quest’anno – ha dichiarato il Sindaco di Atrani, Luciano De Rosa Laderchi – abbiamo posto l’attenzione sulla difesa del territorio. Perché la fragilità della Costa d’Amalfi è sotto gli occhi di tutti. Lo scorso anno scegliemmo la strada diretta nominando magister il capo della protezione civile della Regione Campania che tanto si è speso per la tutela del territorio. Quest’anno siamo passati attraverso gli angeli custodi di questo territorio, perché gli agricoltori questo rappresentano con il loro immenso e faticoso lavoro. E la signora Marisa Cuomo, contadina e imprenditrice come lei stessa si è presentata nel corso dell’intervista pubblica, è espressione autentica di questo segmento di eccellenza».
La XXII edizione del Capodanno Bizantino si è conclusa con uno spettacolo di fuoco della compagnia “Opera Fiammae” che ha regalato atmosfere uniche, con giochi di luci e di fiamme, ai piedi della scalea del duomo.
IL MAGISTER 2022
Marisa Cuomo, la donna del vino della Costa d’Amalfi, dal 1982, a Furore, guida l’azienda di famiglia diventata col tempo un brand tra i più quotati a livello internazionale. Prima donna a occuparsi di viticoltura dividendosi tra la famiglia, i terrazzamenti scavati lungo i fianchi delle rocce e la suggestiva cantina dove da sempre si punta sulla qualità, elemento fortemente distintivo nel panorama dell’enologia italiana, Marisa Cuomo è da considerarsi una delle pioniere della grande rivoluzione enologica in Costa d’Amalfi che portò il territorio ad ottenere nel 1995 la denominazione di origine controllata per i suoi vini. E così, nell’anno in cui Amalfi dedica la ventiduesima edizione dell’evento al Paesaggio Rurale Storico, il prestigioso riconoscimento è stato conferito a una signora dell’imprenditoria locale.
Ambasciatrice del buono della Costa d’Amalfi con i suoi nettari prodotti da uve provenienti da vitigni autoctoni e tutti rigorosamente a piede franco, l’imprenditrice furorese, vanta una serie ragguardevole di riconoscimenti conferiti nel corso degli anni ai suoi vini, tutti dal sapore unico e straordinario.
A catapultarla in questa avventura, che inizialmente sembrava essere una scommessa, fu suo marito, il quale, al posto di un brillante, decise di regalarle come dono di nozze, una cantina acquistata nel 1980 proprio a Furore luogo in cui mare, terra e roccia uniti a sole e vento sembrano sorreggere i grappoli che crescono su eroiche coltivazioni terrazzate. E oggi Marisa Cuomo, 59 anni compiuti, è a capo di un manipolo di donne e di uomini che concorrono da un lato con il loro lavoro alla realizzazione di autentici gioielli enologici, e dall’altro a rivitalizzare il nobile lavoro nella terra non solo nella piccola Furore.
Sono quelli che Marisa definisce “contadini spericolati” e non per vantarne le doti acrobatiche, ma per evidenziare quanto sudore e fatica profonde chi, tra i giardini pensili della Costiera, coltiva viti e limoni. Il riconoscimento a Marisa Cuomo è stato perciò un tributo all’intero comparto agricolo e all’azione eroica dei contadini ai quali Amalfi guarda con attenzione essendosi dichiarata pronta a difendere e tutelare questo patrimonio già dal 2018, quando da primo ed unico territorio della regione Campania fu iscritto nel “Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali di interesse storico” del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo. Artigiana del vino da ben 41 anni Marisa Cuomo è la seconda donna ad aver ricevuto il prestigioso riconoscimento.
LA STORIA DEL CAPODANNO BIZANTINO
Il Capodanno Bizantino è organizzato dal Comune di Amalfi in collaborazione con il Comune di Atrani e il Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Nato da un’idea del medievalista amalfitano Giuseppe Gargano intorno al 1980, il Capodanno Bizantino si incentra sulla rievocazione dell’inizio dell’anno fiscale e giuridico nei territori dell’impero d’Oriente, che corrispondeva al 1° settembre, giorno nel quale entravano in carica i comites, cioè i capi della repubblica marinara di Amalfi nella sua fase aristocratica.
Una prassi in voga dall’anno 839, nascita della repubblica autonoma, alla prima parte del X secolo, per poi essere ripresa con l’istituto dell’elezione annuale dei rappresentanti delle Università della Costa d’Amalfi nel 1266, in epoca angioina, e proseguire fino ai Borbone. Fin dalla sua fase progettuale, la manifestazione ha coinvolto i comuni di Amalfi e di Atrani, le uniche civitates della Repubblica Amalfitana almeno sino alla metà dell’XI secolo; teatro principale della rievocazione, la chiesa del S. Salvatore de Birecto di Atrani, cappella palatina e sede dell’incoronazione dei duchi di Amalfi, quindi luogo di pubbliche assemblee dei sindaci delle Università.
La prima edizione del Capodanno Bizantino, realizzata per una felice intuizione dell’assessore al turismo dell’epoca Antonio Bottiglieri, si è svolta nel 1999 ed è proseguita fino ad oggi con un’unica pausa, avvenuta nel 2010, che ha segnato un cambio di passo e una svolta nella sua storia. Se nei primi anni, infatti, il focus della manifestazione era incentrato sui temi del diritto e della giurisprudenza, con il clou nell’assegnazione del titolo di “Duca di Amalfi – Maestro del Diritto” a nomi di spicco del mondo della giurisprudenza, tra cui Giovanni Conso e Sabino Cassese, dal 2012 si è deciso di allargare il campo alle personalità che hanno dato lustro alla storia amalfitana con l’investitura del “Magister di Civiltà Amalfitana”.
IL TITOLO DI MAGISTER
Il titolo di Magister di Civiltà Amalfitana viene assegnato ogni anno a una personalità, amalfitana d’origine o di adozione, che si è distinta per particolari meriti in un settore della civiltà amalfitana medievale, dall’imprenditoria alla politica, dalla scienza alla marineria, che trovano un punto di fusione nell’invenzione della bussola, dall’arte alla religione, dal diritto alla solidarietà e diplomazia. Campi in cui la grandezza di Amalfi ha fatto scuola.