“Credo che, dopo il 25 settembre, avremo in Italia una situazione confusa, al di là di come si formerà il nuovo Governo”
“Il compito della Regione in questo clima di rilevante confusione generale deve essere quello di garantire ai cittadini un elemento di sicurezza, la concretezza dell’attività istituzionale e, in prospettiva, la difesa degli interessi del Sud e della Regione stessa nel panorama nazionale” esordisce De Luca. “Credo che, dopo il 25 settembre, avremo in Italia una situazione confusa, al di là di come si formerà il nuovo Governo: abbiamo un sistema politico che vede una totale balcanizzazione delle nostre istituzioni. Abbiamo un sistema politico che non consente due o tre ipotesi di Governo, bensì una serie di raggruppamenti politici di partiti e sottopartiti costituiti, fondamentalmente, per garantire la rappresentanza parlamentare di quelli che guidano. In Italia, non siamo riusciti ad avere una riforma istituzionale tale da garantire semplicità e funzionalità alla democrazia del nostro Paese”.
“Tutti gli impegni assunti dal M5S sono stati violati, a cominciare dal fatto di non fare alleanze con nessuno”
“In politica la demagogia è facile, la responsabilità è difficile, la concretezza lo è ancora di più” continua il Presidente della Regione Campania. “Questa considerazione dovrebbe aiutare i nostri concittadini a fare le scelte più utili per la vita delle famiglie e delle imprese e per la tutela degli interessi del Sud. Il Parlamento aveva una maggioranza fortissima dei 5 Stelle, ed è andata a finire male. Tutti gli impegni assunti dal M5S sono stati violati, a cominciare dal fatto di non fare alleanze con nessuno.
A questo punto, le cose che state dicendo con chi pensano di realizzarle? Per realizzare queste cose ci vuole il Governo e, quindi, almeno il 51%. Dunque, abbiamo già una certezza: che le cose che vengono raccontate in questo ritorno al passato dai 5 Stelle non saranno realizzate, perché per realizzarle ci vuole il Governo e con il 10% di voti il Governo non lo si mette in piedi. Abbiamo una prima certezza di demagogia pura. Ho la sensazione che il Movimento 5 Stelle sia tornato alle poesie e alla poesia del fallimento”.
“Ricordo quando l’on. Giorgia Meloni guidava i cortei No Vax a Via del Corso a Roma”
Una battuta anche su Giorgia Meloni: “Ha assunto un’immagine molto gradevole, almeno dal punto di vista televisivo. La coerenza politica, com’è noto, non esiste. A destra e sinistra si sono composte alleanze che hanno avuto, almeno per un anno e mezzo, visioni politiche opposte rispetto al Governo Draghi. Ricordo che, al di là di questa nuova immagine gradevole, mentre noi buttavamo il sangue per far decollare la campagna di vacccinazione, l’on. Meloni guidava i cortei a Via del Corso, a Roma: migliaia di persone senza mascherine, contro le mascherine, l’autoritarismo e la dittatura sanitaria; l’occhiolino, e qualcosa di più di un occhiolino, fatto ai No Vax, ai contestatori delle campagne di vaccinazione e quant’altro. Avessimo avuto quelle persone al Governo, l’Italia avrebbe vissuto una tragedia dal punto di vista del Covid, un’ecatombe”.
“Sull’autonomia differenziata noi e Salvini abbiamo in testa due cose completamente diverse”
E su Matteo Salvini: “Riproporrà la legge sull’autonomia differenziata. Anche la Regione Campania l’ha chiesta, ma noi e la Lega abbiamo in testa due cose completamente diverse. Io ho in testa il decentramento dei poteri e la sburocratizzazione dell’Italia intera, l’on. Salvini ha in testa due altre cose e contro le quali sto combattendo da solo. La prima cosa che ha in mente è quella di distribuire a tutte le regioni una quota fissa di entrate fiscali dello Stato: per capirci, l’IVA che matura in un territorio deve essere lasciata nella misura del 10% alle regioni. Questo significa che le regioni ricche avranno miliardi, le regioni povere sprofonderanno nella depressione.
Io credo che, per chi vive nel Sud, questa sia una prospettiva di suicidio. Mi sento, pertanto, in dovere di avvertire i miei concittadini di fare attenzione: il risultato sarà l’attribuzione di una percentuale fissa di entrate statali al Nord. La seconda cosa, che per noi può significare mortale, è la differenziazione degli stipendi destinati al personale sanitario per regioni: cioè, le regioni possono stipulare contratti integrativi per gli stipendi per i dipendenti della sanità pubblica. Anche questa sarebbe una prospettiva di suicidio per il Sud, in quanto le regioni del Nord potrebbero garantire stipendi doppi”.