Ad essere interessati – come riporta il sito web tg24.sky.it – sono quattro settori del pubblico impiego: le funzioni centrali di cui fanno parte ministeri e le agenzie fiscali come le Entrate, gli enti locali, la sanità e la scuola.
Gli arretrati comprendono gli anni dal 2019 al 2021 e i primi dieci mesi del 2022. Nei mesi scorsi già alcuni lavoratori dei ministeri avevano ricevuto gli arretrati, mentre ora tocca agli infermieri.
Per chi lavora in ospedali e cliniche la media del dovuto va da 2.268 euro lordi a 3.135 euro, come ricorda il Corriere. Però, per gli infermieri, se si conta la nuova indennità prevista dal Ccnl, si arriva anche a 3.777 euro lordi per gli inquadramenti più bassi e a 4.736 euro per il livello D6.
Novità importanti anche per i dipendenti comunali: per questa categoria entro la fine del 2022 arriveranno gli arretrati previsti. L’intesa tra Aran e sindacati, che comporta un aumento medio per il comparto di poco superiore ai 100 euro lordi mensili, è stata siglata lo scorso 5 agosto e adesso si attende che sia validata dal ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti.
Per dicembre le procedure dovrebbero essere complete, il che vorrebbe dire sbloccare entro quel mese anche l’erogazione degli arretrati. In media le cifre oscillano dai 1.444 euro ai 1.977 euro lordi.
A maggio era arrivato il rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici di ministeri, agenzie fiscali ed enti non economici, fra cui Inps ed Inail, e con esso erano stati previsti gli aumenti mensili e il recupero degli arretrati per circa 225 mila statali.
I comunali, in gran parte, non fanno una mazza e ricevono pure aumenti?