“Da adesso – ha affermato il ds granata, affiancato da Migliaccio e Lo Schiavo, suoi stretti collaboratori, e da Dibrogni, segretario generale – zero alibi. E aggiungo: profondo senso di responsabilità. Non dobbiamo nasconderci: rispetto al primo luglio abbiamo una rosa di qualità, sia negli undici che scendono costantemente in campo sia nelle cosiddette alternative. A luglio avevo detto che volevo salvarmi anche alla penultima giornata. Ora dobbiamo ricontestualizzare. Vogliamo essere competitivi ogni domenica, contro tutti e su tutti i campi.
Con l’allenatore fin dall’inizio abbiamo condiviso il progetto tecnico. Piatek va nella direzione del completamento della rosa, è un giocatore importante. Ho sempre detto che sarebbero arrivati giocatori giusti al momento giusto. Per Piatek le condizioni giuste erano la fine del mercato. Abbiamo dato fastidio a tanti club e siamo consapevoli che il nostro parco attaccanti sia completo. Il tema base è il 3-5-2, dal quale poi si può sviluppare un tema diverso ma questo aspetto va affrontato con il mister. Piatek è il calciatore giusto per la Salernitana.
Sono un ds giovane e mi aspettavo che all’inizio ci fossero dubbi e titubanza. Poi io ho un passato calcistico che non si cancella e non credo neppure che molti professionisti nel mio settore parlino quattro lingue. Sono sempre rimasto molto concentrato sugli obiettivi che ci eravamo dati con la proprietà, sono molto aziendalista e le critiche certe volte servono a farti capire che devi fare cose in maniera diversa o più rapida. Le critiche mi hanno dato stimoli, mi sono servite per portare avanti e tramutare in fatti le parole del presidente e le sue risorse.
Tra costi di acquisizione e di commissione, abbiamo speso meno dei 44 milioni di euro che riportano alcuni media. Poi c’è da considerare anche i ricavi ma poi c’è da considerare ancora il tetto ingaggi che è cresciuto. Abbiamo anche mantenuto in rosa otto undicesimi dei titolari che nella seconda parte della scorsa stagione hanno compiuto questo miracolo sportivo. Anche questo è un valore che va riconosciuto.
Ai quindici giocatori presi vanno aggiunti due casi determinanti: abbiamo risolto due questioni delicatissime, di Bohinen e Lassana Coulibaly. Per i valori dei giocatori, sono state operazioni importanti, tra le più importanti. Ci sono 22 uscite, una delle quali è risoluzione, nove a titolo definitivo. Devo dire per sincerità che non mi aspettavo tutte queste difficoltà. Non mi aspettavo tante difficoltà perché in molti casi non c’è stata una soluzione condivisa, una collaborazione“.