Bonus ristoranti, contributi fino a 30mila euro: a chi spettano e per quali spese

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Il cosiddetto Bonus ristoranti è pronto a partire. Il 30 agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo che regola il contributo, fino a 30mila euro, destinato alle imprese del settore per sostenere l’acquisto di macchinari e beni strumentali nuovi da parte delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare in Italia. Entro 30 giorni saranno definiti termini e modalità di presentazione delle domande dei fondi istituiti dall’ultima legge di Bilancio presso il MIPAAF dedicati al sostegno della ristorazione

IN COSA CONSISTE IL BONUS – L’incentivo è rivolto a ristoranti, pasticcerie e gelaterie per l’acquisto di macchinari e beni strumentali durevoli. Sono stati stanziati 56 milioni di euro e le regole per il loro utilizzo sono contenute nel decreto attuativo del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Per le istanze bisognerà accedere al portale Invitalia, soggetto gestore della misura

QUANTO SI PUÒ OTTENERE – Il bonus è un contributo in conto capitale pari al 70% delle spese totali ammissibili, entro un limite di 30mila euro per singola impresa, sostenute per l’acquisto di macchinari professionali e beni strumentali all’attività d’impresa, nuovi di fabbrica, organici e funzionali e acquistati alle normali condizioni di mercato da terzi che non hanno relazioni con l’impresa

A CHI SPETTA – Per ottenere il bonus servono dei requisiti ben definiti. Ne hanno diritto imprese come operanti nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.11 (Ristorazione con somministrazione), che devono essere regolarmente costituite ed iscritte come attive nel Registro delle imprese da almeno 10 anni o in alternativa aver acquistato nei 12 mesi precedenti prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e prodotti biologici per almeno il 25 per cento degli acquisti totali del periodo

Oppure devono essere imprese operanti nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.30 (Gelaterie e pasticcerie) e dal codice ATECO 10.71.20 (Produzione di pasticceria fresca), anche in questo caso regolarmente costituite e iscritte nel Registro delle imprese da almeno 10 anni o in alternativa aver acquistato prodotti DOP, IGP, SQNPI e prodotti biologici per almeno il 5 per cento del totale

I PALETTI – Il bonus spetta alle imprese che sono nel libero esercizio dei propri diritti, non sono in liquidazione volontaria e non sono sottoposte a procedura concorsuale o situazione simile; che non sono considerate in difficoltà; che sono iscritte a INPS o INAIL e hanno il DURC regolare; che sono in regola con gli adempimenti fiscali; che hanno restituito somme eventualmente dovute in caso di provvedimenti di revoca di agevolazioni; che non hanno ricevuto e non rimborsato o depositato in un conto bloccato aiuti illegali o incompatibili dalla Commissione Ue

LE SPESE AMMISSIBILI – Il contributo a fondo perduto, come detto, può essere usato per le spese sostenute per macchinari professionali e beni strumentali all’attività d’impresa. I beni acquistati dovranno essere mantenuti nello Stato patrimoniale dell’impresa per almeno 3 anni dalla data di concessione del contributo. Il decreto attuativo prevede per i pagamenti l’obbligo di utilizzo di conti correnti dedicati intestati all’impresa. E dovrà essere garantita la piena tracciabilità della spesa

LE SPESE NON AMMISSIBILI – Non sono ammesse le spese sostenute prima della presentazione della domanda di contributo, così come quelle relative a componenti o ad esempio pezzi di ricambio, terreni e fabbricati, beni usati e utenze, come quelle di luce e gas. Non fanno parte del calcolo delle spese ammesse anche quelle sostenute per imposte, tasse, contributi, buoni pasto o ad esempio spese per consulenze di qualsiasi genere

LA PROCEDURA – Ora si attende un provvedimento apposito entro fine settembre per fare chiarezza sulla procedura operativa legata alle domande da presentare. In ogni caso, l’avviso sarà pubblicato sul portale di Invitalia. A domanda inoltrata, per il pagamento del bonus riconosciuto l’impresa dovrà presentare una richiesta di erogazione entro i 30 giorni successivi dalla data di ultimazione delle spese

A questa domanda servirà allegare copia delle fatture elettroniche relative agli acquisti; documentazione che attesta la piena tracciabilità delle spese (ordinativi di pagamento ed estratti conto); relazione tecnica finale con la descrizione degli investimenti che attesti il completo pagamento. L’erogazione avverrà entro 90 giorni dalla ricezione delle richieste da parte di Invitalia. Alle imprese sarà inoltre consentito richiedere un anticipo del pagamento spettante, nella misura massima del 50%, presentando una fideiussione bancaria o assicurativa

 

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