Ulteriore conferma delle condizioni di difficoltà osservate per alcuni segmenti della popolazione viene dalla percentuale di famiglie che riferiscono di essersi trovate almeno una volta, nel corso del 2021, in arretrato con il pagamento delle spese per le utenze domestiche, l’affitto o le rate del mutuo (a livello nazionale rispettivamente il 6,2%, 9,4% e 2,7% delle famiglie)
Il ritardo nei pagamenti delle spese per la casa si associa alla loro incidenza sul reddito disponibile: la quota di famiglie in ritardo coi pagamenti è più elevata nel quinto più povero, dove il 13,5% delle famiglie è in arretrato con le utenze (rispetto al 2% del quinto più ricco), il 16,3% delle famiglie che pagano un affitto è in arretrato con il pagamento e il 9,4% delle famiglie che hanno contratto un mutuo è in difficoltà con la rata
In pratica le famiglie più benestanti spendono per l’abitazione in media 363 euro al mese su redditi medi di 5.473 euro mentre quelle del segmento con i redditi più bassi spendono in media per la casa 288 euro su 893 (il 32,3%). Le famiglie del ‘quintile’ più povero sono in “sovraccarico per i costi dell’abitazione rispetto al reddito nel 36,6% dei casi a fronte di assenza di difficoltà nell’ultimo quintile”
Se una famiglia spende in media 320 euro al mese a fronte di un reddito netto pari a 2.734 euro nell’anno solare precedente, le famiglie in affitto spendono mediamente di più con 579 euro al mese in media, pari al 27,9% del reddito (263 euro per quelle proprietarie). La spesa per i proprietari risulta superiore quando la casa è soggetta a mutuo (377 euro) mentre se si considera tra gli oneri relativi all’abitazione anche la restituzione della quota in conto capitale compresa nella rata la spesa sale a 749 euro
“L’affitto – si legge nel report – è più diffuso tra le famiglie meno abbienti”. Nel quinto di famiglie più povero la percentuale di quelle in affitto è pari al 31,8% mentre si riduce all’11,3% tra le famiglie più benestanti. A vivere in affitto sono le famiglie di più recente costituzione, il 47,8% delle persone sole con meno di 35 anni e il 39,9% delle giovani coppie senza figli
Percentuali elevate si osservano anche tra le persone sole di 35-64 anni (33,2%), tra le famiglie con un solo genitore con figli minori (30,8%) e tra quelle con almeno tre minori (33,7%). Vive, infine, in questa condizione il 35,5% delle famiglie in cui il principale percettore di reddito è disoccupato e il 68,5% delle famiglie con stranieri (quota che sale al 73,8% per le famiglie composte da soli stranieri, dove poco più di una famiglia su 10 vive in una casa di proprietà
La frequenza più elevata di famiglie in usufrutto o a titolo gratuito si riscontra tra le persone sole fino a 34 anni di età (22,4%) – e più in generale tra le famiglie di recente formazione – e tra quelle con un solo genitore con figli minori (15,5%) – presumibilmente per via della presenza di madri sole che vivono nella casa di proprietà dell’ex partner o di altri familiari. La percentuale è alta anche tra i disoccupati e le famiglie di soli stranieri: in questo caso si tratta in prevalenza di abitazioni ad uso gratuito
Le famiglie residenti in Italia vivono prevalentemente in appartamento (57,3%), mentre il 42,1% abita in ville, villini o casali unifamiliari o plurifamiliari (con accessi indipendenti). Nei centri delle aree metropolitane, oltre il 90% delle famiglie residenti vive in appartamento mentre tale percentuale è superiore al 70% nei comuni con oltre 50mila abitanti
Il report Istat, infine, osserva che oltre il 70% delle famiglie italiane risiede in immobili costruiti prima del 1990 e oltre una famiglia su dieci vive in abitazioni precedenti al 1950, in particolare il 17,9% delle famiglie che vive nei Centri di area metropolitana. Quelle che vivono in abitazioni costruite dal 1990 al 2021, pari al 22,7%, sono più frequenti nei comuni delle periferie delle aree metropolitane e nei comuni tra i 10.000 e i 50.000 abitanti
Sono in generale le famiglie più abbienti ad abitare in immobili di costruzione più recente. Nel 2021, la presenza di strutture danneggiate (tetti, soffitti, finestre o pavimenti) riguarda l’11,1% delle famiglie residenti, mentre il 13,7% lamenta problemi di umidità nei muri, nei pavimenti, nei soffitti o nelle fondamenta. Percentuali minori di famiglie dichiarano una scarsa luminosità delle abitazioni (6,4%)
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