La legge infatti vieta espressamente di fotografare scheda elettorale così come di introdurre nella cabina uno smartphone o qualsiasi altro dispositivo in grado di scattare foto e video. Questo vale per le elezioni amministrative, politiche, regionali o referendum.
Non è permesso fare una foto alla scheda elettorale in quanto la Costituzione italiana all’articolo 48 che sancisce il diritto al voto afferma che quest’ultimo è segreto e non può essere divulgato. Ciò nasce dall’esigenza di proteggere i cittadini, che possono esprimere la preferenza senza pressioni, e di evitare il voto di scambio o brogli elettorali di qualsiasi sorta. Costituisce un illecito anche il fatto di conservare la foto sul telefono senza divulgarla.
Fotografare scheda elettorale: cosa prevede la legge
L’illecito nello scattare una foto alla scheda elettorale e l’impossibilità di portare in cabina un dispositivo in grado di registrare video è chiarito dalla legge 96/2008 che recita:
1. Nelle consultazioni elettorali o referendarie è vietato introdurre all’interno delle cabine elettorali telefoni cellulari o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini.
2. Il presidente dell’ufficio elettorale di sezione, all’atto della presentazione del documento di identificazione e della tessera elettorale da parte dell’elettore, invita l’elettore stesso a depositare le apparecchiature indicate al comma 1 di cui è al momento in possesso.
3. Le apparecchiature depositate dall’elettore, prese in consegna dal presidente dell’ufficio elettorale di sezione unitamente al documento di identificazione e alla tessera elettorale, sono restituite all’elettore dopo l’espressione del voto. Della presa in consegna e della restituzione viene fatta annotazione in apposito registro.
Fotografare scheda elettorale: cosa si rischia
Chi effettua una foto o video della scheda elettorale secondo quanto prevede la legge rischia l’arresto da 3 a 6 mesi e una multa da 300 a 1.000 euro. Se si procede con decreto penale, il giudice può determinare una sanzione amministrativa differente sulla base delle condizioni economiche dell’imputato o della sua famiglia che parte da 75 euro e può arrivare fino al triplo.