Secondo le accuse della procura salernitana – come riporta il quotidiano “La Città” oggi in edicola – avevano messo in piedi una sorta di «call center» per lo spaccio della droga rifornendo, in questo modo, centinaia di utenti. Finanche durante la pandemia.
A mettere la parola fine alla fitte rete di spaccio furono, a settembre dello scorso anno, i carabinieri del comando provinciale che eseguirono 23 misure cautelari, stimando per i “ragazzi di via Irno” guadagni giornalieri che variavano tra i 500 ai 1000 euro a testa per la vendita di cocaina, eroina e crack.