2.200 dipendenti. Per queste aziende, nell’ultimo anno, l’elettricità è aumentata del
500%, il gas del 600%, il pellet del 300%. Mentre, per quanto riguarda le materie
prime la farina il 130% in più, il lievito il 150%, l’olio di girasole 300% e lo strutto
120%. Per la carta, il packaging, i sacchetti per mettere il pane, le buste, la plastica
per imbustare il pane i costi sono lievitati del 330%. Insomma una situazione
insostenibile che rischia di portare alla chiusura di centinaia di panifici.
“Noi l’allarme l’avevamo già lanciato lo scorso anno – afferma Nicola Guariglia, storico
fornaio di Salerno e rappresentante dell’Associazione panificatori del salernitano – quando
c’è stato l’inizio del rincaro delle materie prime. Già da allora si parlava dell’aumento
dell’energia elettrica, che man mano si è verificato. Da bollette di 1.000 euro siamo
arrivati a pagare 6.000 euro, qualcuno ha deciso di rateizzare, altri non hanno potuto
pagare. Il problema è comune, siamo costretti ad andare in banca a farci prestare i soldi
per non chiudere le saracinesche. Il nostro lavoro lo viviamo come una missione, e proprio
per questo non abbiamo aumentato il prezzo del pane, ma ad oggi dovrebbe costare tra gli
8 e i 10 euro per gli aumenti che ci sono stati. Saremo costretti a fare un’abbassata di
serranda, a chiudere, in attesa degli aiuti del Governo”.
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