Monsignor Andrea Bellandi, vescovo della diocesi di Salerno – Campagna e Acerno, nel presentare ieri mattina
in Curia la nascita della Fondazione Alfano I e l’affidamento della gestione di alcuni siti cittadini alla società Salerno Opera, il tutto inserito nell’ambito del progetto Salerno Sacra, non ha potuto non fare – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online – una riflessione sull’offerta culturale cittadina.
Per il vescovo metropolita “molto del futuro della città di Salerno si giocherà su quanto sapremo realizzare
anche in un’ottica sinergica tra istituzioni civili ed ecclesiali”.
Purtroppo Mons. Bellandi ha ragione. Dal punto di vista dell’offerta culturale, siamo una realtà meno che mediocre. A mio modesto parere, soprattutto a livello (sia pubblico che privato) della valorizzazione e dell’organizzazione del patrimonio e delle politiche di marketing.
Eccellenza, i problemi ed i mali di Salerno, fra cui la totale assenza di eventi culturali, stanno tutti a palazzo di città, quel palazzo più simile al cremlino che alla casa di vetro come il duce ebbe il coraggio e la faccia di bronzo di affermare qualche anno fà, quel palazzo che ospita, per nostra sciagura, un manipolo di personaggi che non sanno neanche cosa sia la parola “cultura”!
Se ne accorto oggi e gli altri prima di lui dormivano
Verissimo purtroppo.