Allora non accade solo in Serie A! Quello che è successo oggi al Campo Volpe di Salerno è l’ennesimo episodio di un calcio ormai fatto di ingiustizie e scelte arbitrali al limite della logica. Cinque ammoniti oltre all’allenatore Stefano Sanderra, un espulso e un rigore solare negato in favore della Lazio. Non si cercano alibi per una sfida che andava certamente chiusa prima, si chiede però giustizia e rispetto verso dei ragazzi e uno staff che durante tutta la stagione mettono il massimo dell’impegno per raggiungere gli obiettivi prefissati. Nel pomeriggio di Salerno c’è stata un’ondata di gialli mai vista prima, tutti o quasi in direzione della formazione capitolina. Cartellini il più delle volte esagerati, per non parlare del rosso rifilato a Dutu per una spinta neanche in area di rigore, tanto che Pirotta (designato dal sig. Ciampi di Ciampino) ha concesso il calcio di punizione dal limite.
IL RIGORE – Che il giudice di gara avesse una giornata un po “confusa” ce ne siamo tutti accorti al 26’, quando sullo 0-1 c’è un chiaro fallo ai danni di Castigliani che viene atterrato in area di rigore avversaria. Pirotta, inspiegabilmente, mima il pallone. Solo un rigore negato, è vero, ma dall’alto della loro esperienza sarebbe necessario che alcuni giudici di gara si rendessero conto del danno che può fare un errore simile. Non si tratta solo di un’occasione negata ma di un immediato stravolgimento della partita, con picchi di nervosismo e di tensione che non fanno bene a campioni di Serie A, figuriamoci a giovani calciatori in crescita.
I GIALLI – E infatti l’ingiustizia ha innescato una serie di errori e disattenzioni che non rispecchiano il calcio di Sanderra e dei suoi ragazzi. Due minuti dopo Troise a centrocampo si prende il giallo per un fallo da dietro nei confronti di un avversario, un’ammonizione davvero “stupida” da prendere ma frutto della demoralizzazione. L’espulsione di Dutu è anche difficile da descrivere: il gioco prosegue, Pirotta vede tutto, sventola il rosso e concede punizione al limite dell’area. Inutile raccontare lo sgomento di tutti per una decisione forse troppo estrema anche nelle menti degli avversari. Ingenuo Jurcazak a rientrare sanguinante in campo, forse l’unica ammonizione sensata in 95 minuti. Nella lunga lista degli ammoniti in poco ci entrano anche Milani e Magro, per aver aspettato qualche secondo di troppo a rimettere il pallone in gioco. Sanderra perde la pazienza e, neanche a dirlo, il giallo se lo becca pure lui.
FINALE INFUOCATO – A quattro minuti dal termine succede quello che ci si aspettava: presunto fallo di mano di Ruggeri che, stando a vedere le immagini, era vicinissimo al corpo. Adjaoudi protesta e, senza neanche starlo a precisare, si prende il giallo. Pirotta non ha dubbi, è rigore (parato da Magro e poi trasformato in gol su ribattuta da Marsili).
Insomma, più che una classica cronaca di una sfida oggi è stato il racconto di una carneficina a suon di ingiustizie. Quel che è chiaro e che va ribadito è che le polemiche non mirano a cercare un alibi, né a sentenziare sulla malafede. Servono piuttosto a chiedere il rispetto, che dovrebbe essere ovvio e dovuto, verso chi svolge il lavoro di calciatore, da allenatore e ogni altro mestiere direttamente o indirettamente legato al gioco del calcio e soprattutto a ricordare che per svolgere l’importante ruolo di arbitro è richiesta quella competenza che troppo spesso manca.