L’analisi è realizzata sulla base delle evidenze investigative, giudiziarie e di prevenzione e conferma, ancora una volta, che il modello ispiratore delle diverse organizzazioni criminali di tipo mafioso appare sempre meno legato a eclatanti manifestazioni di violenza ed è, invece, rivolto verso l’infiltrazione economico-finanziaria. Ciò appare una conferma di quanto era stato già previsto nelle ultime Relazioni ed evidenzia la strategicità dell’aggressione ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale tesa ad arginare il riutilizzo dei capitali illecitamente accumulati per evitare l’inquinamento dei mercati e dell’Ordine pubblico economico.
Una direttrice d’azione importantissima che ha consentito sino ad ora di ridurre drasticamente la capacità criminale delle mafie evitando effetti che altrimenti sarebbero stati disastrosi per il “sistema Paese”. La Relazione sull’amministrazione della giustizia nell’anno 2021 presentata dalla Presidente della Corte di Appello di Salerno, Iside Russo pone in primo piano l’interesse delle organizzazioni criminali verso “le prospettive di espansione legate all’emergenza sanitaria, cercando di consolidare la loro presenza sul territorio mediante l’elargizione di prestiti di denaro a titolari di attività commerciali in difficoltà, allo scopo di “fagocitare” le imprese, facendone uno strumento per il riciclaggio ed il reimpiego di capitali illeciti”193. Alcune specifiche riflessioni che richiamano i passaggi più significativi della relazione del Procuratore di Salerno,
Giuseppe Borrelli, hanno riguardato la difficoltà di pervenire ad un’organica interpretazione dei fenomeni di criminalità organizzata e al necessario inquadramento dei singoli episodi delittuosi, specie dei c.d. reati-spia, che non possono essere valutati quali forme delinquenziali puntiformi ma devono essere più ampiamente contestualizzati. Si corre infatti il rischio in caso inverso “di determinare, …, una difficoltà davvero consistente nella ricostruzione degli elementi costitutivi della fattispecie di cui all’art. 416 bis c.p., che, come è noto, presuppone la dimostrazione del processo di concretizzazione del cd. assoggettamento omertoso, che ne costituisce l’essenza”.
Difficoltà incrementata dai processi evolutivi del fenomeno mafioso verso forme più subdole di penetrazione del tessuto economico – imprenditoriale194 che “prescindono completamente dall’uso della violenza e della minaccia” e sono fondate “sulla capacità di condizionamento della pubblica amministrazione e della classe politica, sulla cui selezione le vecchie reti di potere camorristico restano in condizioni di incidere significativamente”. In tal senso “uno dei settori maggiormente esposti alle infiltrazioni criminali è quello degli appalti, ambito nel quale, di frequente, si saldano condotte illecite di soggetti mafiosi, amministratori e dipendenti degli Enti che bandiscono le gare. In provincia di Salerno Una delle aree di contrasto più delicate è il Cilento, – territorio di reinvestimento di profitti da parte di organizzazioni mafiose di varia natura – derivante dalla inesistenza di informazioni provenienti quel territorio sul quale, inoltre, la distanza chilometrica dalla città di Salerno, rende complesso, se non addirittura impossibile, delegare investigazioni, specie con attività tecniche”.
Infatti “la distribuzione delle forze di polizia giudiziaria sul territorio risulta completamente irrazionale. Basti pensare, in proposito, che l’ultimo commissariato di Polizia di Stato è localizzato in Battipaglia ed il successivo a Sapri, ovvero ad una distanza di circa 130 km”. Nella provincia è confermata la presenza di una pluralità di sodalizi ciascuno con un proprio ambito territoriale di influenza e con un largo grado di autonomia sia nelle attività criminali sia nelle alleanze criminali con i clan napoletani e casertani. Nella città di Salerno continuano le attività di contrasto a carico del clan D’Agostino: nel mese di novembre 2021, la Dia ha eseguito una misura cautelare personale nei confronti di alcuni imprenditori e professionisti che concedevano prestiti di denaro a persone in stato di bisogno dalle quali pretendevano con atti di intimidazione la restituzione di somme ingigantite da tassi d’interesse in alcuni casi oscillanti tra il 300 ed il 514 % annuo.
Ad alcuni degli indagati è stata contestata l’aggravante del metodo mafioso avendo agito “avvalendosi dalla forza d’intimidazione e dalla condizione di assoggettamento e di omertà delle vittime, derivante dalla storica contiguità” del principale indagato “al clan camorristico D’Agostino, operante in Salerno. Con il provvedimento di fissazione dell’udienza preliminare programmata per il mese di febbraio 2022 ai principali indagati sono stati aggiunti altri soggetti le cui responsabilità sono emerse da successive indagini sul rilevante circuito finanziario illegale.
Numerosi arresti e sequestri sono stati poi eseguiti nel capoluogo a carico degli elementi di gruppi criminali minori che gestiscono prevalentemente il mercato degli stupefacenti e risultano composti in qualche caso da pregiudicati scarcerati dopo lunghi periodi di detenzione ma soprattutto da giovani leve in ascesa. In particolare nell’ambito dell’operazione “Porta a porta” il 14 settembre 2021 i Carabinieri hanno eseguito una misura restrittiva199 a carico degli elementi di un sodalizio criminale autodenominatosi “I guaglioni di via Irno”, dedito al traffico di eroina, cocaina e crack mediante un sistema di “centralinisti” con utenze fittizie dalle quali erano fissati gli appuntamenti per la cessione di stupefacenti. Il porto commerciale “Manfredi” di Salerno sembra aver assunto un rilievo sempre più centrale nei traffici illegali internazionali in quanto “nodo finale” dei trasporti intercontinentali di sos tanze stupefacenti e Tle. Ciò ha trovato riscontro con l’operazione “Captagon” della Guardia di finanza eseguita nel maggio del 2020 nell’ambito della quale erano state sottoposte a sequestro 14 tonnellate di anfetamine destinate a vari mercati esteri.
Le successive indagini hanno documentato le attività di due gruppi criminali operanti tra Toscana, Albania e Svizzera e composti da cittadini italiani e albanesi che si approvvigionavano di ingenti quantitativi di cocaina e hashish provenienti rispettivamente dal Sud America e dal Nord Africa. L’operazione si è conclusa il 3 dicembre 2021 con l’esecuzione di misure cautelari201 a carico di un catanese titolare di una società svizzera operante nel trasporto di merci con il quale collaborava uno spedizioniere salernitano.
Fonte Le Cronache
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