Un bidone pieno di cenere da cui fuoriesce fumo è ciò che resta di centinaia di bollette bruciate nei sit-in che si sono svolti in tutta Italia contro il caro-energia. “Non riusciamo più ad andare avanti”, è stata una delle frasi più urlate ai megafoni, da Cagliari a Bologna, passando per Napoli e Roma.
E’ stato un grido di sofferenza, più che uno slogan, lanciato attorno al barile mentre le ricevute della luce e del gas da decine di migliaia di euro venivano date alle fiamme da ristoratori, commercianti e disoccupati. Dopo questa protesta, organizzata da Usb davanti alle maggiori aziende del settore energetico e altri luoghi simbolo della nuova crisi, la mobilitazione si sposterà nei prossimi giorni sul fronte politico opposto: il prossimo 13 ottobre il comitato di .ioapro, già capofila delle proteste contro il Green pass e le restrizioni Covid, ha indetto a Roma in piazza Santi Apostoli una manifestazione nel giorno della composizione del nuovo Parlamento per “chiedere risposte al nuovo governo”.
La miccia delle contestazioni, già accesa nei giorni scorsi in altre città con immagini simili, intanto corre veloce in tutto il Paese. Nella capitale il falò delle bollette si è consumato davanti alla sede della Cassa Depositi e Prestiti. “Qui ci sono i maggiori azionisti delle multinazionali energetiche, che in questa crisi si stanno arricchendo come mai prima – è stato urlato durante l’iniziativa – . Ladri di Stato, restituite quello che avete rubato”.