L’elezione di La Russa era stata concordata negli scorsi giorni dalle forze di centrodestra, con la conferma definitiva (ma ufficiosa) arrivata ieri. Nelle ultime settimane di trattative si era fatto, per la seconda carica dello Stato, anche il nome del leghista Roberto Calderoli. Ora la maggioranza ha messo definitivamente da parte il primo ostacolo della nuova legislatura.
Il compito principale di Ignazio La Russa come presiedente del Senato sarà quello di regolare i lavori in Aula: moderare le discussioni, tutelare il rispetto dei regolamenti e anche stabilire l’ordine delle votazioni. In più, ora che è stato eletto, La Russa è la persona che svolgerà le funzioni di capo dello Stato se Sergio Mattarella non potesse adempiervi per qualche motivo.
Il curriculum politico di Ignazio La Russa, nuovo Presidente del Senato
La Russa è stato vicepresidente del Senato nella legislatura appena terminata, dal 2018 al 2022. È figlio di Antonino La Russa – già segretario politico locale del Partito nazionale fascista e poi senatore del Movimento sociale italiano – e fratello di Romano La Russa, ex parlamentare europeo per Alleanza nazionale e oggi assessore regionale alla Sicurezza in Lombardia che nelle ultime settimane è stato al centro di polemiche per un saluto romano effettuato durante un funerale.
Ignazio La Russa avvia la sua esperienza politica nel Fronte della gioventù, il ramo giovanile del Movimento sociale, di cui è responsabile. Un inizio che condivide con Giorgia Meloni, oggi leader del suo partito e nata politicamente nel movimento giovanile di Alleanza nazionale. Con il Msi, nel 1992 La Russa è eletto alla Camera dei deputati. Da quel momento non ha più lasciato il Parlamento, venendo rieletto otto volte dal 1994 al 2022.
Da Alleanza Nazionale a Fratelli d’Italia
Nel 1995, La Russa contribuisce a fondare il partito Alleanza nazionale. Nel 2008 si unisce al Popolo delle libertà, grande partito che raccoglie destra e centrodestra coordinato da Silvio Berlusconi. Proprio nel quarto governo Berlusconi, dal 2008 al 2011, è ministro della Difesa. Durante il suo mandato, tra gli eventi più notevoli c’è l’intervento militare italiano in Libia nel 2011, che contribuisce alla fine del regime di Muammar Gheddafi.
Nel 2012, insieme a Guido Crosetto e Giorgia Meloni, Ignazio La Russa fonda Fratelli d’Italia. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto alla Camera, mentre nel 2018 per la prima volta è eletto in Senato.
Il rapporto con il fascismo del nuovo presidente del Senato, Ignazio La Russa
Fin da giovane militante in movimenti ispirati al partito fascista, La Russa ha più volte sottolineato di avere un rapporto quantomeno ambiguo con il fascismo e con la figura di Benito Mussolini. Meno di un mese fa ha affermato che “siamo tutti eredi del Duce”, provando poi a riformulare e chiarendo che riferiva a “quell’Italia” e al fatto che “siamo eredi dei nostri padri e dei nostri nonni”.
Negli ultimi giorni è tornato a circolare anche un video girato nel 2018, quando La Russa era già parlamentare, in cui il nuovo presidente del Senato esibiva alcuni cimeli fascisti, tra cui una statua di Benito Mussolini. Negli anni in Parlamento, tra i disegni di legge proposti da La Russa ce n’è stato uno per istituire una commissione d’inchiesta sulle violenze degli anni Sessanta e Settanta in Italia: in particolare, ha scritto di voler indagare sulla morte di due giovani militanti del Fronte della gioventù, uccisi nel 1978, oggi spesso ricordati nelle manifestazioni di Casapound.
Infine, tra le posizioni prese da La Russa negli anni c’è la forte critica all’Anpi, Associazione nazionale partigiani italiani. In un post su Facebook, sempre del 2018, ha definito l’associazione “vergognosa” e una “foglia di fico della sinistra, una associazione che sfila con i centri sociali e che fa comodo solo per tenere alto il pericolo di fascismo, che però non c’è più da ben 72 anni”. La Russa ha criticato anche la festa della Liberazione del 25 aprile, chiedendo nel 2020 che diventasse una celebrazione “delle vittime del Coronavirus e dei caduti di tutte le guerre”.
Per questi motivi, è stato ritenuto particolarmente significativo che, oggi, sia stata la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all’Olocausto, a pronunciare il nome di La Russa per nominarlo nuovo presidente del Senato. Segre, che ha guidato i lavori di Palazzo Madama, nel suo discorso inaugurale ha ricordato la propria deportazione nel 1938, e ha definito la Costituzione italiana “il testamento di 100mila morti caduti nella lunga lotta per la libertà”, parlando di “una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti”, e dunque l’opposizione al fascismo in Italia.
Fonte: Fanpage