Gli accertamenti sul professionista – per il quale gli inquirenti avevano chiesto gli arresti domiciliari – sono scattati dopo la denuncia presentata da una delle vittime, la quale ha riferito di avere subìto abusi e molestie durante la visita medica. Analoghe condotte sono emerse ascoltando altre pazienti, alcune delle quali non si sono accorte di nulla in quanto, secondo gli investigatori e il giudice, il medico sapeva sfruttare “…la posizione di inferiorità psicologica” delle donne preoccupate dall’accertamento a cui si dovevano sottoporre.
Le “cimici” e le microtelecamere installate nell’ambulatorio dai poliziotti hanno consentito di registrare gli abusi perpetrati nel 2021: il materiale raccolto è stato anche sottoposto al vaglio di un consulente il quale ha confermato che, a seconda dell’età e del sesso delle pazienti, le pratiche e le manovre si modificavano, fino a diventare avulse dalle prassi diagnostiche ordinarie.
I fatti contestati, scrive ancora il giudice, sono stati commessi “…con spregiudicatezza e abilità” da parte dell’indagato che considerava le sue pazienti “…come una sorta di personale riserva di caccia sulla quale dare sfogo alle sue pulsioni sessuali”. (ANSA)