La donna, che all’epoca dei fatti, cioè nell’estate 2019, aveva solo 29 anni, precipitò dal balcone dell’appartamento del villaggio turistico di Parghelia (Vibo Valentia) in cui stava trascorrendo un periodo di vacanza insieme a due coppie di amici e al marito, che è stato rinviato a giudizio per omicidio preterintenzionale.
“Non l’ho uccisa io. Io ero innamorato di mia moglie e di certo la sua morte ha provocato un immenso dolore nel mio cuore. Attualmente soffro di depressione”, si legge ancora nella missiva di Paolo Foresta, che ha anche aggiunto: “Con mille difficoltà, ho sempre cercato di spiegarmi ma essendo sordomuto non sono mai stato capito del tutto. Per chi vive questa disabilità risulta difficoltoso esprimere con chiarezza tutto quello che si pensa e si vuole dire. È vero, io e Annamaria litigavamo come normalmente accade tra marito e moglie quando qualcosa non va. Sfido chiunque a dire che con il proprio partner non abbia litigato”.
L’uomo, difeso dall’avvocato Fabrizio De Maio, secondo l’accusa avrebbe picchiato la giovane, che sarebbe poi precipitata dal balcone nel tentativo di sfuggire alla presunta violenza da parte del marito. Nessun suicidio, dunque. Stando all’ipotesi accusatoria, Foresta avrebbe avuto dei risentimenti nei confronti della moglie per una sospetta relazione extraconiugale della donna. Il processo è fissato per il 15 novembre.
Fonte: Fanpage