“Una storia gravissima – afferma Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici –, perché il comportamento dell’infermiera ha messo a rischio la salute di lavoratori e pazienti. Tutto ciò in un periodo difficilissimo sul fronte della pandemia”.
“Il caso fu denunciato dal sindacato – ricorda Giuseppe Ambrosio, Segretario di Codici Campania – e decidemmo di intervenire con un esposto vista la gravità delle contestazioni e le conseguenze di un atteggiamento sconsiderato. L’infermiera si era positivizzata il 3 febbraio ed è andata tranquillamente al lavoro fino al 10 febbraio, tra l’altro sembrerebbe senza indossare nemmeno la mascherina. In quel periodo ha messo a rischio la salute dei dipendenti ed anche dei pazienti. E parliamo di categorie deboli ed a rischio, come neonati, gestanti ed anziani. A scoprirla fu la Polizia Locale.
I vigili urbani si erano recati presso la sua abitazione per un controllo, ma non la trovarono perché era al lavoro, nonostante la quarantena obbligatoria. Accogliamo positivamente il rinvio a giudizio disposto dal Tribunale. Ieri si è svolta un’udienza ed eravamo in aula per difendere chi, tra dipendenti e pazienti, ha visto mettere in pericolo la propria salute dal comportamento gravissimo dell’infermiera”.