Il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno aveva ritenuto in capo ai due indagati la sussistenza di gravi indizi per i reati contestati (omessa dichiarazione dei redditi ed emissione di fatture per operazioni inesistente riferite a due società cartiere salernitane che operavano nel settore della commercializzazione di carburanti e rientranti, secondo la prospettazione accusatoria, in un più complesso sistema fraudolento a livello nazionale) e disposto nei loro confronti la misura interdittiva del divieto temporaneo di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese.
Ugualmente il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Salerno non aveva ritenuto la sussistenza dei gravi indizi dell’aggravante mafiosa nei confronti di Anna Bettozzi pur applicando nei suoi confronti la più gravosa misura cautelare degli arresti domiciliari.
Il Tribunale per il Riesame, anche in relazione a tale posizione, ha ritenuto invece sussistente la circostanza aggravante ipotizzata confermando la misura applicata.
Le vicende oggetto del procedimento sono collegate a quelle del processo nell’abito del quale, a seguito giudizio abbreviato, il 12 ottobre scorso, Anna Bettozzi e la figlia Virginia Di Cesare sono state condannate dal Tribunale di Roma, rispettivamente, alla pena di anni 13 e mesi due di reclusione e alla pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione per condotte commesse con la finalità di agevolare clan camorristici. Il provvedimento cautelare del riesame risulta allo stato sospeso in attesa di eventuale gravame.
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