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I pregiudizi sul Governo Meloni (di Giuseppe Fauceglia)

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Non può essere sottovalutato l’impatto che ha avuto nell’opinione pubblica il discorso del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni innanzi a Camera e Senato per il voto di fiducia. A detta degli osservatori più indipendenti, si è trattato di un discorso a rilevanza politica, come resta la configurazione del nuovo governo risultante dal dato  elettorale.

Dunque, non  un discorso che si è limitato a fare la “nota della spesa”, ma che ha delineato  un impianto di  respiro più ampio, direi programmatico, nel contesto del quale si verranno ad iscrivere le misure che l’esecutivo intenderà realizzare a fronte della grave crisi economica e sociale che investe non solo la nostra Nazione.

Del resto, in quelle parole si rinvengono proprio le prospettive che si intendono assegnare alle singole problematiche esposte (ad esempio, la tutela del lavoro, l’abbattimento del cuneo fiscale, la tutela delle imprese e del loro sviluppo, l’innovazione in agricoltura e, non ultima, la valorizzazione del merito e la rilevanza dei “doveri”, e non solo dei “diritti”, in conformità – per altro – con le stesse norme costituzionali).

Un piano lungo 5 anni, anche se non sarà facile nell’immediato “coniugare una politica industriale che l’Italia attende da anni” con la grave crisi energetica, la quale comporta il rischio imminente di chiusura di attività e di conseguente perdita di posti di lavoro.

Così come pare molto interessante, nel quadro inequivoco della scelta di campo occidentale ed europeo, la prospettiva di una reciprocità di rapporti con l’Unione Europea, in un quadro condiviso di rispetto delle singole esigenze nazionali.

E’ un governo che non ha bisogno di alcuna vigilanza “esterna”, come quella impropriamente evocata da una parte del PD, in evidente contrasto con gli interessi nazionali, che andrebbero sempre e comunque salvaguardati. E’ ben noto che la prevalenza di questi interessi non può essere messa in discussione da improvvidi provvedimenti, come quelli che in Germania il Cancelliere Scholz ha assunto nel voler trasferire una struttura strategica, come il porto di Amburgo, a concorrenti cinesi.

La tutela delle infrastrutture primarie e strategiche dell’Italia resta un obiettivo fondamentale dell’operato del nuovo Esecutivo; così come resta essenziale il completamento delle opere pubbliche finanziate e non ancora completate, al fine di assicurare il rilancio dei territori, specie al Sud.

A fronte di un discorso dai “vasti orizzonti politici”, che recupera l’alto senso programmatico che alla politica deve essere riconosciuto, e, perché no, finanche ideale,  vi è stato, da parte delle opposizioni, un richiamo a fantasmi, con riferimento ad analisi biografiche del Presidente del Consiglio, per finire al censurato utilizzo del “maschile” in luogo del “femminile”, come se agli italiani, su cui si abbatte la crisi, avessero in primo luogo interesse a simili unitili e vuote polemiche (splendida è stata la risposta che il Presidente Meloni ha dato all’improvvido intervento dell’on. Serracchiani).

Se il PD intende affrontare il lungo viaggio dell’opposizione con l’alleanza con i 5stelle, finirà per assumere non già le caratteristiche di un moderno partito riformista, ma quelle proprie di una formazione a prevalente, se non esclusiva, valenza populista arricchita da vuota retorica (basta leggere l’intervento dell’on. Conte). Dobbiamo tutti, invece, sperare (senza rinunciare a legittime critiche e alla dialettica anche “dura” ma costruttiva) nel positivo operato di questo Governo, nell’interesse dell’Italia e dei suoi cittadini, non “gufare” o trovare occasione di scontro ad ogni occasione.

E’ proprio questo il clima, che una buona parte delle sinistre intende instillare in alcuni settori dell’opinione pubblica, nel (vano) tentativo di minare il risultato elettorale, ad aver “provocato” gli sciagurati scontri della Sapienza, dove un gruppo di estremisti di sinistra voleva – non si conosce per quali valide ragioni – impedire un libero confronto di idee, organizzato da alcune organizzazioni studentesche di destra. Di ciò e delle origini del terrorismo, che trovò fondamento in un antagonismo ad ogni costo, dovrebbero tutti essere consapevoli.

Giuseppe Fauceglia

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