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Pellet che non scalda o contraffatto, i consigli della Guardia di Finanza per evitare le truffe

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Con la crisi energetica in atto e i costi del riscaldamento sempre più alti, da diversi mesi si è assistito a una boom delle vendite di pellet come fonte alternativa per scaldarsi. Questo se da un lato ha fatto impennare i costi a livelli record anche di questa fonte, dall’altro ha dato vita anche a fenomeni  speculativi  e, come denunciano le associazioni dei consumatori, ha stuzzicato l’interesse di persone disoneste. In questo contesto si collocano i controlli della Guardia di Finanza che ha operato importanti sequestri nel settore da nord a sud. Su quali siano i risvolti di questa situazione e dei rischi per il consumatore ne abbiamo parlato col Colonnello Agostino Brigante, comandante del gruppo anticontraffazione e sicurezza prodotti del nucleo speciale beni e servizi della Guardia di Finanza.

Colonnello, il pellet è un prodotto naturale che viene utilizzato per il riscaldamento domestico, tuttavia negli ultimi due anni la Guardia di Finanza ha operato importanti sequestri nel settore. Ci può indicare le principali violazioni che avete riscontrato?

Abbiamo riscontrato sia frodi in commercio, di rilevanza penale, sia più lievi infrazioni al Codice del Consumo. Conseguenza di indicazioni, talvolta mendaci, che produttore e venditore forniscono all’acquirente sulla qualità del pellet e sulle sue caratteristiche tecniche, ad esempio il tipo di legno impiegato, il potere calorico erogato o il quantitativo di ceneri della combustione. Dati che dovrebbero essere riportati sulla confezione soltanto all’esito di analisi di laboratori specializzati. Ma non è sempre così.

 

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