Ancor prima della battuta del primo penalty di Ciofani, l’arbitro, prima di posizionare e fischiare si avvicina a Castagnetti e ad altri granata redarguendoli con veemenza. Poi fischia, parte Ciofani, Sepe para e Castagnetti ribatte in gol. Ma l’arbitro aveva già fischiato.
L’invasione di gruppo, di granata e grigiorossi, ha determinato la decisione del fischietto. L’infrazione avviene prima che pallone sia in gioco, quindi a gioco fermo non può essere sanzionata altra situazione tecnica. Che il portiere abbia parato non incide, non conta: è un calcio di rigore e non un tiro di rigore. Il calcio di rigore, infatti, lo si intende comprensivo anche di ribattuta, conta tutta l’azione, è da considerarsi come rete segnata. Da segnalare un evidente fallo di mano in area Cremonese da parte di un grigiorosso non visto dall’arbitro e neppure segnalato dal Var
COSA DICE IL REGOLAMENTO RIPORTATO DA SALERNITANA NEWS
Qualora ci sia una cosiddetta invasione – un calciatore che entra in area, a meno di 9,25m dal dischetto o a meno di 11m dalla porta, comunque dopo il fischio del direttore di gara e prima della battuta – la decisione dipende dall’esito del tiro. Nel caso l’autore dell’invasione sia un compagno di colui che tira il calcio di rigore e con rete segnata, il rigore è da ripetere, mentre nel caso in cui la palla non entra in rete si assegna un calcio di punizione indiretto alla squadra difendente.
Parata di Sepe e quindi gol non segnato? No. Nello specifico bisogna considerare che la rete sia stata segnata, perché tiro e ribattuta sono entrambe da contare in una singola azione. Il regolamento infatti prende in esame (ovviamente) il “calcio di rigore”, che dunque contempla tutta l’azione, e non il “tiro di rigore” (inteso come la mera esecuzione del tiro dal dischetto, come accade ad esempio per decidere una partita ad eliminazione diretta in caso di parità anche ai supplementari, ndr). Non poteva essere invece assegnato un fallo preventivamente alla Salernitana in quanto l’infrazione, che è tecnica, non avviene con la palla in gioco: un esempio simile è rappresentato dalle trattenute sui calci d’angolo prima che ne avvenga la battuta, fatti che il direttore di gara può solo redarguire (ma non possono provocare il fischio di un penalty). Tornando al caso del 2-2 cremonese, Marchetti avrebbe potuto assegnare la punizione ai granata solo nel caso in cui nessuno fosse riuscito a segnare, per quanto paradossale. Dunque, è proprio su questo che si può e si deve ragionare, una regola iniqua, nettamente sbilanciata verso la squadra che attacca.