Non è un caso che il Comune di Agropoli, quale Ente capofila, si sia attivato nel corso degli ultimi anni per la stipula di un Contratto di fiume che prevedeva proprio la messa in sicurezza degli argini, un Piano di Protezione civile comunale con specifico riferimento al rischio idraulico, la manutenzione delle sponde e dell’alveo.
“È questo il tempo di garantire la sicurezza per tutti i cittadini” afferma Enrico Marchetti, Presidente del Codacons Campania, “una riflessione seria è però necessaria. Quest’oggi abbiamo presentato una istanza di accesso al Comune di Agropoli per capire cosa è stato fatto in questi anni. Quali opere effettivamente eseguite”.
L’avvocato Pierluigi Morena, dell’ufficio legale dell’associazione, continua: “È bene comprendere se le belle intenzioni espresse nel Contratto di fiume abbiano avuto un seguito o rimaste mere dichiarazioni d’intenti”
È una situazione inaccettabile – continua l’avvocato Morena – soprattutto se pensiamo che era tutto previsto ma nel nostro Paese manca la cultura della prevenzione, anche quando tra le criticità segnalate nel Contratto di fiume si dice espressamente: “Territorio soggetto a eventi pluviometrici particolarmente intensi (tipo flash flood) con risposta idrologica molto accentuata da parte del sistema fluviale”.
Rimane una alluvione che stravolge l’ambiente e causa enormi danni alla comunità, ai cittadini e alle attività commerciali. L’intera nazione ha visto, in queste ore, le immagini di auto danneggiate, locali e case allagate, con pregiudizi economici ingenti.
Se emergessero dagli atti omissioni da parte del Comune, ci adopereremo perché coloro che hanno subito danni dall’incuria abbiano il giusto risarcimento, come ha previsto recentemente, in caso simile la stessa Corte di Cassazione, a sezioni Unite.
Il Codacons ha presentato un esposto alla Procura di Vallo della Lucania.
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