Il costo eccessivo dell’energia elettrica, che incide irrimediabilmente sui bilanci delle imprese e delle famiglie, almeno quest’anno avrebbe dovuto richiedere una maggiore attenzione e prudenza da parte dell’Amministrazione Comunale.
Ma, ormai, è ben noto che questa nostra città conosce solo iniziative di mera propaganda, mentre vanno a rotoli i servizi pubblici essenziali, il controllo su un traffico sempre più indisciplinato, emerge il degrado progressivo di strutture e parchi pubblici, la carenza di assistenza (vera e non quella clientelare) di anziani ed indigenti.
Insomma, il presunto splendore delle luci è utilizzato per coprire l’ombra o il buio di una amministrazione che moltiplica i propri sforzi nella produzione crescente, ed ormai irrimediabile, di una palese inefficienza.
Invero, lo spettacolo delle luci costituisce un fenomeno non più esclusivo della nostra Salerno, tante comunità locali ne hanno seguito l’esempio, con la conseguenza che verrà ad assottigliarsi anche il flusso turistico al quale negli anni scorsi eravamo, con una certa insofferenza, abituati.
Ciò detto, non può restare secondario chiedersi se, anche in questo periodo così critico, possa essere riproposta la solita sceneggiatura di luci diffuse in tutta la città e, in particolare, del centro cittadino, con costi che saranno irrimediabilmente pagati dai cittadini, anche in presenza di un’ormai riconosciuta situazione di pesante indebitamento del Comune, né, per ovviare al deficit crescente ed ingiustificato rispetto alla qualità dei servizi, può essere addotta la giustificazione di un qualche contributo regionale, perché sempre e in ogni caso questo pesa sui contribuenti.
Del resto, in altre città, le spese per le cosiddette luminarie sono sostenute, prevalentemente, dai commercianti che beneficiano direttamente del flusso dei visitatori. Né sembra che sia previsto un orario per lo spegnimento delle stesse luci, tale da non comportarne l’utilizzo sino a notte assai inoltrata (ad esempio, potrebbe disporsi lo spegnimento alle undici, posto che dopo i presunti turisti, in gran parte automuniti di panini, farebbero presumibile ritorno alle località di provenienza).
L’anticipazione del cosiddetto evento, che sempre più assume la fisionomia delle antiche “feste di paese”, nei primi giorni di dicembre, non attendendo neppure la festività dell’Immacolata, e la data di conclusione dello stesso, non indicono certo all’ottimismo in favore di un risparmio di spesa.
Mi chiedo, allora, se non sarebbe stato più opportuno, ed anche più utile, prevedere che l’iniziativa delle luminarie fosse limitata al solo centro storico, valorizzandone gli edifici, i palazzi, le strade e le piazze in un prospettiva di rilancio anche “culturale” delle bellezze architettoniche e storiche della città, piuttosto che prevedere la mera “illuminazione” aggiuntiva delle strade più trafficate.
Certamente, questo avrebbe richiesto quella particolare avvedutezza anche progettuale, che ormai difetta alla nostra amministrazione, piegata all’interesse di una edificazione diffusa e riservata solo a chi può permettersela. Ma la fanfara della propaganda ha più note che l’interesse alla sostanza dei fatti.
Giuseppe Fauceglia