“Ho studiato le carte di tutte le Regioni – ha aggiunto – e ho visto che alcune sono più avanti di me, soprattutto del Mezzogiorno, quindi intendo usare il metodo richiesto da loro come proposta a livello nazionale”.
“Io ho messo come requisito i Lep (Livelli essenziali di prestazione, ndr) e il superamento della spesa storica con costi e fabbisogni standard, e lui invece – ha proseguito Calderoli in relazione a De Luca – è andato oltre”, indicando “sette materie molto importanti e pesanti”. La proposta, ha spiegato il ministro, potrebbe ricalcare un documento approvato dalla giunta campana che è già passato in Consiglio regionale nel 2018-2019.
A cosa fa riferimento il ministro lombardo? Alla proposta della Campania consegnata al governo Conte I il 10 luglio 2019, a meno di un mese dalla crisi aperta in spiaggia dal vicepremier Matteo Salvini. La Campania chiedeva sette materie: valutazione impatto ambientale; autorizzazioni paesaggistiche locali; istruzione e formazione professionale (ma «compatibilmente con il carattere nazionale della scuola pubblica»); tutela della salute; pagamento dei contributi comunitari in agricoltura; funzioni dei provveditorati alle opere pubbliche; rete regionale dei musei e dei beni culturali. Sul nodo delicatissimo delle risorse, la proposta della Campania era esplicita nel prevedere oltre alla definizione dei Lep, risorse perequative legate alla ridotta capacità fiscale per abitante del territorio nonché la nascita obbligatoria del Fondo per la Perequazione infrastrutturale, atteso dal 2009.