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Bonus di 20mila euro per chi si sposa in chiesa: la proposta della Lega

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Una detrazione del 20% (fino a un massimo di 4.000 euro) delle spese sostenute per la celebrazione del matrimonio religioso. A condizione che le nozze siano celebrate in Italia tra residenti nella penisola da almeno dieci anni, con Isee non superiore a 23mila euro. Lo propone la Lega in una proposta di legge presentata alla Camera il 12 ottobre scorso. Il progetto – a firma Furgiuele, Billi, Bisa – prevede una modifica all’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013.

Per le spese documentate connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, quali la passatoia e i libretti, l’addobbo floreale, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, il servizio di acconciatura e il servizio fotografico, a decorrere dal 1° gennaio 2023, è riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda nella misura del 20 per cento delle spese fino a un ammontare complessivo delle stesse non superiore a 20.000 euro, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo”, si legge nel testo. “I beneficiari devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni e avere un indicatore della situazione economica equivalente, riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2022, non superiore a 23.000 euro ovvero non superiore a 11.500 euro a persona. Le spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso devono essere state sostenute nel territorio dello Stato italiano”.

“Agli oneri derivanti dall’attuazione delle disposizioni di cui alla presente legge, valutati in 120 milioni di euro per l’anno 2023, in 90 milioni di euro per l’anno 2024 e in 85 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2021, si provvede, per gli anni 2023 e 2024, mediante corrispondente riduzione delle proiezioni per i medesimi anni dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2024, nell’ambito del programma ‘Fondi di riserva e speciali’ della missione ‘Fondi da ripartire’ dello stato di previsione del ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al ministero del lavoro e delle politiche sociali”, si prevede. 

Fonte Affariitaliani.it

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