I Savoia chiedono i gioielli della corona. In ballo c’è un cofanetto in pelle di tre pianio protetto da 11 sigilli con diamanti, perle, collane, preziosi di ogni genere del valore di circa 300 milioni di euro, attualmente depositato presso la Banca d’Italia. Ma la famiglia reale sostiene che Umberto II lo lasciò a loro nel ’46 e per questo gli spetta “per usucapione”. Lo racconta il Fatto Quotidiano, che riporta le memorie depositate presso il Tribunale Civile di Roma, in vista dell’udienza prevista il 10 maggio 2023.
Per perorare la loro causa i Savoia citano anchei diari di Luigi Einaudi. Per l’esattezza, spiega il Fatto, “quattro pagine –dalla 656 alla 659 –dei diari di Luigi Einaudi, governatore della Banca d’Italia dell’epoca, che di lì a poco sarebbe diventato il primo presidente della Repubblica italiana. “Il Re mi riceve come al solito –si legge –e forse un po’ più serio, e mi comunica che in conseguenza degli avvenimenti egli desidera che le gioie così dette della corona non vadano immediatamente in mano ad un commissario (…) Egli desidera che esse siano depositate presso la Banca d’Italia per essere consegnate poi a chi di diritto”. Ora bisognerà vedere cosa deciderà il Tribunale Civile di Roma, in vista dell’udienza prevista il 10 maggio 2023.
Fonte TGCom
Se il loro è stato un lavoro devono risarcire i danni perchè la costituzione e l’Italia non è stata protetta dal loro lavoro, pertanto non si son guadagnati i soldi con cui si son comprati i gioielli, se poi è una eredità dei genitori vuol dire che accettano l’eredità e si fanno carico dei danni arrecati all’Italia.
A conti fatti dobbiamo requisirgli quindi anche quello che hanno guadagnato dopo la morte dei genitori e nonni.