Dati che rischiano di essere in realtà decisamente peggiori, perché calcolati sulle ultime rilevazioni del 2020 e, dunque, non tengono conto dell’impatto della pandemia e degli aumenti speculativi sull’energia dovuti al conflitto Russo – Ucraino sulle famiglie e sulle imprese italiane. Strette tra caro energia e crisi economica sulle imprese e sulle famiglie italiane pesa oggi come un macigno anche un’inflazione che ha superato ormai il 12%, mai così alta dal 1984, che aggrava ulteriormente una situazione già pesante, soprattutto nel Sud Italia.
Nel rapporto emerge chiaramente il dato negativo della Campania, sul triste podio delle nuove povertà: in questa regione, infatti, solo il 4,2% delle famiglie arriva a fine mese agevolmente, il 39,3% invece ci arriva con qualche difficoltà. Nel 2021 ben il 22,8% rispetto al 20,8% del 2020 (a conferma del trend negativo) di famiglie campane sono risultate in povertà relativa il che significa, ad esempio, che non hanno potuto cambiare un frigorifero, in quanto bene durevole.
Ancora, quasi due famiglie su 10 in Campania non si possono permettere di mangiare carne o pesce ogni due giorni, non possono riscaldare adeguatamente una casa e oltre 50 famiglie su 100 non possono permettersi una settimana di ferie all’anno (altro che tutto esaurito!). Sempre nel 2020 (quindi tutti dati migliori rispetto a quelli che vedremo nel 2022) in Campania sono state tra il 40 e il 64% le famiglie in difficoltà a sostenere le spese per la casa, per l’affitto o per il mutuo.
E questo è il dato più preoccupante, sottolinea il Rapporto, in quanto indicatore fondamentale per poter comprendere i futuri scenari sul mercato immobiliare. A ciò si aggiunge il fatto che in Campania le famiglie che non riescono a risparmiare o far fronte a spese impreviste vanno dal 34,5% al 43%. In pratica poco meno della metà delle famiglie di questa regione.
Un quadro decisamente a tinte fosche, dunque, questo che emerge dal Rapporto e che denuncia più di tutti il risultato di una cattiva educazione finanziaria. Non riuscire a far fronte a spese impreviste in fondo è proprio un indice di mancanza assoluta di riserve e risparmi passati. Ecco perchè è assolutamente necessario diffondere una maggiore e migliore educazione finanziaria tra i cittadini.
“In questa situazione contrarre debiti è pura follia! Oggi sappiamo che molte persone contraggono debiti perché non sanno gestire il proprio denaro, agiscono con leggerezza, magari hanno una visione del futuro troppo imprudente ed infantile, e questo li porta a fare scelte sbagliate – spiega Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, che da anni aiuta privati e imprese ad uscire dal sovraindebitamento – Questo è un tema che mi sta molto a cuore e che ho affrontato in maniera approfondita nel libro “Educazione Finanziaria” che proprio l’Associazione Liberi dal Debito distribuisce”.
Un punto di svolta c’è stato nel 2012, con la Legge 3/2012, nota come legge salva suicidi. Quest’ultima insieme al successivo Codice della crisi d’Impresa e dell’insolvenza sono nati con lo scopo di porre fine al problema dell’eccessivo indebitamento che, dopo la crisi del 2009, ha travolto il nostro Paese con conseguenze tragiche. Due provvedimenti normativi pensati proprio per chi, sebbene in buona fede e senza voler truffare il prossimo, si è ritrovato in un vortice fatto di debiti ed interessi, con gli usurai sempre lì, pronti ad approfittarne.
Strumenti legali che consentono lo stralcio di una parte del debito per chi rispetta determinate caratteristiche (quindi, non certo per i furbetti), consentendo di ripartire da zero e pulito, dei quali, però, non si è mai parlato abbastanza, e che continuano ancora oggi ad essere sconosciuti a moltissime persone.
“Purtroppo, se non si posseggono le giuste conoscenze, è facile fare scelte sbagliate, magari anche un po’ superficiali sulla spinta del momento, dicendo che poi ci si penserà in futuro a come sistemare le cose. Faccio un esempio pratico legato alle ferie estive. – dichiara Jimmy Greselin, Presidente Associazione Liberi dal Debito – Si parla di almeno 35 milioni di persone che si sono concessi una vacanza la scorsa estate. Dati alla mano, però, il 37% dei nostri connazionali ha un reddito tale che non permetterebbe di fare neanche 1 settimana all’anno. Pur di non rinunciare al viaggio, però, sempre più persone ricorrono ad un prestito, senza tenere troppo in considerazione che quei soldi poi andranno restituiti con tanto di interessi. Ecco, così inizia il sovraindebitamento”.
“Viviamo in un momento storico in cui saper gestire il denaro è fondamentale. Il 23,2% delle famiglie in Italia arriva a fine mese con difficoltà o grande difficoltà, questo significa che migliaia di persone ogni mese devono scegliere se fare la spesa o pagare le bollette. La povertà energetica era già molto diffusa nel nostro paese, con l’8,8% delle famiglie che non era in grado di riscaldare adeguatamente la propria casa. E cosa succederà quest’anno, con i terribili rincari dei prezzi di luce e gas?” conclude Greselin.