Motivo della rissa che, ricordiamo, costò anche la corsa in ospedale ad alcuni dei coinvolti, scoppiò per un no legato ad una questione riguardante un motorino detto al fratello di uno dei leader dei due gruppi. I giovanissimi indagati, tutti salernitani, figli di professionisti, nelle chat sequestrate dalla Squadra Mobile e dalla Polizia postale, raccontarono di calci e pugni sferrati con violenza, mostrandosi forti con le fidanzatine e soprattutto dicendosi “al sicuro” perché tutelati dalle rispettive origini familiari. Da una parte il gruppo composto da 13 giovanissimi, dall’altra 4 ragazzini. Gli interrogatori davanti al gip Giuseppina Alfinito del Tribunale per i Minorenni di Salerno proseguiranno fino a domani.
Baby gang di Salerno: primi interrogatori e prime contraddizioni dei minori coinvolti
Motivo della rissa che, ricordiamo, costò anche la corsa in ospedale ad alcuni dei coinvolti, scoppiò per un no legato ad una questione riguardante un motorino detto al fratello di uno dei leader dei due gruppi. I giovanissimi indagati, tutti salernitani, figli di professionisti, nelle chat sequestrate dalla Squadra Mobile e dalla Polizia postale, raccontarono di calci e pugni sferrati con violenza, mostrandosi forti con le fidanzatine e soprattutto dicendosi “al sicuro” perché tutelati dalle rispettive origini familiari. Da una parte il gruppo composto da 13 giovanissimi, dall’altra 4 ragazzini. Gli interrogatori davanti al gip Giuseppina Alfinito del Tribunale per i Minorenni di Salerno proseguiranno fino a domani.