La verità sulla scomparsa di Marzia Capezzuti è nascosta nei cellulari: nei giorni scorsi, su mandato della pm titolare dell’inchiesta, Licia Vivaldi, i carabinieri del Nucleo investigativo di Salerno, hanno sequestrato altri tre smartphone, tutti dual sim. Un’iniziativa che fa seguito al deposito della prima relazione a firma dell’ingegnere informatico Roberto Merola, il consulente che aveva esaminato l’Iphone 8 in uso ad una giovane marocchina che avrebbe avuto contatti con uno degli indagati. Dalle 15 di lunedì pomeriggio anche gli altri dispositivi saranno a disposizione dell’ingegnere Merola: gli sarà conferito l’incarico di estrarne copia forense e di passare al setaccio il contenuto dei reperti. Sempre lunedì, ma a Roma, i carabinieri del Ris esamineranno una pistola modello 85 calibro otto con 16 proiettili sequestrata tra giugno e luglio in casa dei Vacchiano. Si tratta un atto dovuto, perché, tra tutte le ipotesi in piedi, ad oggi, si esclude l’omicidio con l’utilizzo di un’arma da fuoco. A disposizione del Ris anche un materasso, sequestrato dai militari di Battipaglia in casa Vacchiano al principio dell’estate scorsa e che per gli inquirenti sarebbe stata l’ultima camera da letto della giovane, che avrebbe vissuto segregata. Nel registro degli indagati ci sono, al momento, sempre sette persone.