I magistrati hanno ricostruito l’incontro attraverso il monitoraggio dell’utenza telefonica di Agnelli da parte della guardia di finanza. Secondo quanto riportato nella richiesta di custodia cautelare, poi respinta dal giudice, la riunione si sarebbe svolta in una tenuta a Fiano (Torino), all’interno del parco della Mandria. “Vi avrebbero partecipato – si legge nel documento – Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta, Enrico Preziosi, presidente del Genoa, Giuseppe Marotta, ex ad della società bianconera e attuale ad dell’Inter, Paolo Scaroni, presidente del cda del Milan, Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese, Claudio Fenucci, amministratore delegato del Bologna”. Una ricostruzione non del tutto accurata. Marotta infatti, pur invitato, non poté partecipare per ragioni personali. Campoccia, a quanto si apprende, nemmeno sapeva della cena. “All’incontro – proseguono i magistrati – risultano altresì avere preso parte Paolo Dal Pino, presidente della Lega calcio serie A, e Gabriele Gravina, presidente della Figc”.
L’argomento principale dell’incontro sarebbe stata la possibe creazione di una nuova media company partecipata da fondi d’investimento, incaricata di gestire i diritti televisivi della Serie A. Un consorzio di fondi guidato da Cvc, in cambio di una partecipazione ai ricavi futuri della Serie A, era infatti pronto a garantire subito liquidità alle società. Un argomento su cui nei mesi precedenti i club si erano divisi, senza che il progetto andasse in porto. L’obiettivo della riunione informale era trovare una soluzione condivisa sul punto. Tre mesi prima, in assemblea della Lega di Serie A, erano stati sette i club che avevano votato contro l’ipotesi della partnership coi fondi: Juventus, Inter, Lazio, Napoli, Atalanta, Verona e Fiorentina.
I magistrati annotano che all’indomani dell’incontro, in una conversazione telefonica, Agnelli riferisce testualmente: “spero solo che da ieri sera … la presenza di Gabriele (Gravina Ndr) e Paolo (Dal Pino Ndr) era utile … Spero che nasca qualcosa perché se no non so cosa fare, ne abbiamo parlato io e te quando ci siamo visti qua in ufficio. Adesso bisogna che questo elemento sia foriero di qualcosa di utile perché se no ci schiantiamo piano piano”. Altro tema di cui le società di Serie A dibattevano al tempo era la necessità di chiedere ristori e vantaggi fiscali al governo, per fronteggiare una crisi di settore aggravata dalla pandemia, che nel marzo 2020 aveva portato alla chiusura prima totale e poi parziale degli stadi. “A margine della conversazione – continuano i pm – Andrea Agnelli ribadisce che l’obiettivo fondamentale è aumentare i ricavi del calcio italiano”.