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Napoli capitale della chirurgia robotica esperti del Mezzogiorno riuniti

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«In fatto di chirurgia robotica in ambito urologico il Mezzogiorno ha recuperato un gap decennale con le regioni del Nord Italia. Non solo migliaia di pazienti ogni anno non devono più sobbarcarsi viaggi della speranza, ma addirittura pazienti di regioni Settentrionali scelgono di operarsi al Sud. Molti medici “migrati” al Nord stanno ormai rientrando nelle proprie regioni di appartenenza».

A dirlo sono Giovanni Di Lauro (Direttore U.O.C Urologia A.O. Santa Maria Delle Grazie) e Paolo Fedelini (Direttore U.O.C Urologia A.O.R.N. A. Cardarelli). Proprio i due chirurghi hanno tenuto a battesimo, nelle vesti di direttori scientifici, l’evento di formazione e perfezionamento RoboSud. Nel fine settimana appena trascorso, infatti, i maggiori esperti del Mezzogiorno d’Italia in chirurgia robotica in ambito urologico si sono trovati a Napoli per questo progetto che punta sulla condivisione delle diverse esperienze, con l’obiettivo di creare una conoscenza comune utile a ciascun chirurgo nella sua pratica quotidiana.

Un evento di formazione “tarato” anche per dare spazio ai giovani chirurghi che si affacciano all’uso delle piattaforme robotiche. Con la presidenza onoraria del professor Vincenzo Mirone (Federico II di Napoli), RoboSud si è articolato tra le sale operatorie, il Centro di Biotecnologie del Cardarelli di Napoli e la sala consiliare del comune di Pozzuoli. Per nulla casuale la partnership con l’azienda ospedaliera diretta da Antonio D’Amore, dal momento che proprio il Cardarelli è sede della Robotic Academy Intuitive Naples, scuola di formazione che accoglie ogni anno chirurghi da ogni parte d’Europa.

Così come non è casuale la fortissima presenza dell’ASL Napoli 2 Nord, diretta Mario Iervolino, visto che l’Urologia dell’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, al pari di quella del Cardarelli, è un centro di riferimento per l’intero Sud Italia. «La sanità ha bisogno di occasioni di confronto e crescita tra colleghi che vivono realtà ospedaliere diverse, ma che sono chiamati a dare risposte di qualità a pazienti che presentano gli stessi bisogni – dice il direttore generale Antonio D’Amore -.

Questo appuntamento è stato un’importante occasione per creare linee di continuità tra i diversi contesti ospedalieri del territorio, valorizzando le eccellenze peculiari di ciascuna realtà. Ringrazio gli organizzatori per aver realizzato un evento formativo che già nelle premesse si è proposto come occasione per superare i confini dei singoli ospedali e dei singoli territori. Da sempre ho creduto nel ruolo delle alte tecnologie nel miglioramento delle cure.
Questo convegno ha tra i propri aspetti più rilevanti proprio l’utilizzo delle tecnologie in ambito urologico.

Ringrazio i due presidenti del convegno, Paolo Fedelini e Giovanni di Lauro per aver realizzato quest’evento». Il direttore generale Mario Iervolino ha invece sottolineato la levatura nazionale dell’evento e l’importanza del fatto che il suo «significativo indirizzo formativo trovi sede ideale proprio a Pozzuoli. Ciò conferma l’alto livello di specializzazione che l’ospedale Santa Maria delle Grazie ha raggiunto nel campo della chirurgia robotica e, in particolare, nel trattamento delle patologie oncologiche. Tutto ciò, in un quadro di impegno interdisciplinare con altre importanti Istituzioni medico-scientifiche che pone le basi per futuri importanti sviluppi».

Oltre alla Campania, dove le unità operative di Urologia si sono distinte per numero e complessità di interventi, una forte crescita nel campo della chirurgia robotica la si è registrata anche in Puglia, Calabria e Sicilia. Nel corso dell’evento RoboSud, organizzato da J.T. ConGredi Organizzazione congressi ed eventi, le tecnologie robotiche sono state impiegate su un “target” unico, ma con differenti tecniche. Diverse le sedute di chirurgia renale, prostatica e vescicale con ampi focus sulle patologie oncologiche.

Al RoboSud è stato presentato il GOM della Campania per un confronto sul lavoro che viene svolto in altre regioni. «Il confronto è sempre tecnico-professionale – concludono i chirurghi Di Lauro e Fedelini – e ci aiuta a comprendere come possiamo gestire al meglio patologie che impattano molto sulla vita delle persone». Tra sessioni di chirurgia live e semi live, sono state coinvolte tutte le Unità Operative campane impegnate con la chirurgia robotica e anche quelle che si apprestano a farla.

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