Il documento prevede la riduzione di rifiuti da imballaggio del 15% entro il 2040 pro capite per Stato membro, rispetto al 2018. Modificati leggermente i target di riuso e riempimento: dal 2030, il 20% delle vendite di bevande da asporto dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili, per arrivare all’80% nel 2040 (obiettivi fissati in precedenza al 30% e 95%, rispettivamente). Rivisto al ribasso anche il target per il cibo d’asporto, che dovrà essere servito in imballaggi riutilizzabili per il 10% a partire dal 2030 e per il 20% dal 2040 (prima fissati al 20% e 75%).
Per quanto riguarda il riciclo, vengono confermati i target al 2025 e 2030 fissati nel 2018. Tra le novità, dal 2030 tutti gli imballaggi dovranno essere progettati per il riciclo ed entro il 2035 dovranno essere riciclabili su scala industriale. Per quelli in plastica sono previsti nuovi obiettivi di contenuto minimo di materia riciclata: 35% al 2030 e 65% al 2040 per tutto il packaging in plastica. Per quelli a prevalenza Pet a contatto con alimenti e prodotti farmaceutici, gli obiettivi saranno invece rispettivamente del 30% e del 50%.
Il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, ha sottolineato che il Regolamento garantirà che tutti i 27 Stati membri adempiano ai propri obblighi contemporaneamente e nello stesso modo. Ma la bozza licenziata non ha convinto Europen – associazione europea di categoria – che l’ha bocciata; secondo la importante sigla, “si rischia di andare contro gli obiettivi del Green Deal, riportando indietro le lancette dell’orologio del riciclo e compromettendo la funzionalità degli imballaggi nel proteggere i prodotti e prevenire i rifiuti”.
di Tony Ardito