“L’uomo ha prima inghiottito delle lamette ed ha poi tentato il suicidio mediante impiccamento, utilizzando una vestaglia. Tempestivo è stato l’intervento degli “angeli azzurri” della Polizia penitenziaria che ha per fortuna cambiato il corso del destino dell’uomo, sottraendolo alla morte – la ricostruzione del Sappe -. Fondamentale è stato il lavoro di squadra dei vari poliziotti in servizio, che hanno reso possibile il salvamento dell’uomo da morte certa. Restano ignote le motivazioni che hanno portato il detenuto a porre in essere il gesto estremo. In ogni caso, il dato certo è che la scelta di togliersi la vita è originata da uno stato psicologico di disagio. E’ un dato oggettivo che chi è finito nelle maglie della devianza spesse volte è portatore di problematiche personali sociali e familiari”.
Non solo. Il segretario Guacci ha fatto sapere che gli agenti hanno impedito l’ingresso in carcere di due telefoni cellulari, occultati in una forma di formaggio contenuta in un pacco destinato ai familiari. “Questa è la Polizia Penitenziaria, pronta ad agire con gli altri operatori e con gli stessi detenuti, come in tale evento critico al carcere di Salerno, per tutelare la vita dei ristretti – sottolinea Donato Capece -. Questa è comunità, ma nel rispetto dei difficili ruoli che ognuno viene chiamato a svolgere per la propria parte di competenza. L’ennesimo tentato suicidio di una persona detenuta, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti, dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari”, le parole del segretario Capece.