Al momento il lavoro da casa, sia per la categoria dei “fragili” che per chi ha a carico figli al di sotto dei 14 anni, è previsto fino al 31 dicembre di quest’anno. Palazzo Chigi starebbe valutando di andare avanti così ancora per qualche tempo, allungando la scadenza delle norme in vigore con il decreto Milleproroghe
La norma punta a limitare la circolazione del Covid-19 sui luoghi di lavoro. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon aveva confermato nei giorni scorsi a Il Messaggero che il governo si sta muovendo in questa direzione
La decisione coinvolge però anche altri Ministeri, come quello della Salute e della Pubblica Amministrazione. Proprio tra questi uffici è in corso il dialogo
Molte aziende hanno intanto raggiunto accordi con i sindacati, che prevedono il ricorso allo smart working anche per chi non è fragile o non ha figli piccoli a carico. Alcuni dati su quanto sia diffuso il lavoro da casa arrivano dall’Osservatorio del Politecnico di Milano, che nel 2022 ha contato circa 3 milioni e 570mila lavoratori in smart working
Questa modalità operativa, prima della pandemia da Covid-19, era molto più circoscritta: riguardava solamente mezzo milione di lavoratori. Durante il lockdown i numeri sono schizzati, superando i sei milioni di unità
Guardando nello specifico agli uffici pubblici, dove al momento è in vigore la regola della prevalenza del lavoro in presenza, con il governo Meloni il sistema potrebbe cambiare
In un’intervista a La Stampa di fine novembre, è stato lo stesso ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo , a dire che sullo smart working non si tornerà indietro
È “sbagliato” pensare che nella pubblica amministrazione lo smart working non funzioni, ha detto Zangrillo, definendolo uno strumento utile se si passa “da una logica di controllo alla misura del risultato e alla verifica delle performance”