Un’evoluzione improvvisa e drammatica, visto che venerdì e sabato Mihajlovic parlava con gli amici dei suoi programmi futuri, a partire dal desiderio di ricominciare da gennaio – una volta concluso il ciclo di terapie che stava svolgendo – a vedere partite in giro per gli stadi d’Italia e d’Europa. Lunedì 12 le condizioni di Mihajlovic sono degenerate definitivamente: l’ex calciatore di Lazio e Roma, nonché ex allenatore di tanti club in Serie A, è entrato in coma farmacologico nel tardo pomeriggio. Stretto nell’intimità della sua famiglia, con l’amata moglie Arianna sempre accanto, si è spento oggi.
Mihajlovic e il legame profondo con Roberto Mancini
Increduli i membri (e amici) del suo staff: sapevano ovviamente delle cure cui Sinisa si stava sottoponendo, non potevano immaginare un peggioramento così rapido delle sue condizioni di salute. In lacrime da giorni Roberto Mancini, suo “fratello” dai tempi della Samp e poi della Lazio: insieme, guidati da Eriksson, hanno regalato al club allora presieduto da Cragnotti lo scudetto del 2000. Profondamente addolorati i tifosi della Lazio, da sempre legatissimi a Mihajlovic, che ha giocato in biancoceleste per sei stagioni, dal 1998 al 2004, non a caso il periodo più vincente della storia laziale. In questi ultimi anni così difficili, non gli hanno fatto mai mancare il loro sostegno e affetto. Ricambiato, peraltro: come spesso da lui ribadito, Sinisa era rimasto tifoso della Lazio, passione trasmessa ai suoi figli.
Mihajlovic e la malattia
Da settembre, dopo essere stato sollevato dal suo ultimo incarico in panchina a Bologna, l’ex difensore e tecnico aveva ricominciato a combattere contro il male, con l’intenzione di non arretrare di un millimetro nonostante le sofferenze fisiche che doveva sopportare. Alla fine ha dovuto invece alzare bandiera bianca, come molto raramente gli era capitato nella sua carriera sportiva. Per la prima volta Sinisa ha trovato di fronte a sé un avversario malefico, che si è dimostrato tragicamente imbattibile.
La famiglia: “Morte ingiusta e prematura di un uomo esemplare”
La famiglia Mihahjlovic in un comunicato ha annunciato la scomparsa del tecnico serbo, definendo la sua morte “ingiusta e prematura”. “La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista
straordinario, disponibile e buono con tutti. Coraggiosamente ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il Prof. Alessndro Rambaldi, e il Dott.
Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato”