“Non facciamola morire in ambulanza”, è stato l’appello dell’associazione Nessuno tocchi Ippocrate che attraverso i social ha denunciato la vicenda. “Dal 14 dicembre alle 16.35 una donna di 85 anni, cardiopatica e Covid positiva, attende dentro un’ambulanza 118 di essere ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale di Mercato San Severino”, è stato l’allarme lanciato su Facebook. “La signora non mangia, non beve ed espleta i suoi bisogni fisiologici dentro il mezzo di soccorso. Purtroppo non ha parenti e vive da sola in una casa di cura da dove è stata prelevata dalla postazione 118 di Siano. Ad ora sono 40 ore di vero e proprio calvario, gli equipaggi 118 continuano a darsi il cambio sul posto, una maratona di malasanità. Una situazione che non ha precedenti”.
Salerno, mancano posti letto Covid: curata per due giorni in ambulanza
Una paziente di 85 anni, cardiopatica e positiva al Covid, è stata curata per due giorni in ambulanza all’esterno dell’ospedale di Mercato San Severino, Salerno, struttura che dispone al momento di due soli posti per il Covid, entrambi occupati. Nell’ospedale più vicino, quello di Salerno, solo oggi si è liberato un posto nel reparto di malattie infettive, e la paziente vi è stata ricoverata mettendo fine alla vicenda. Per assistere la donna vari equipaggi del 118 hanno dovuto darsi il cambio sull’ambulanza per quasi 48 ore.
3 Commenti
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Dove sono andate i 3 milioni di euro per la realizzazione delle strutture x covid 19 destinati al Da Procida??????????
Un precedente c’è purtroppo…in Liguria ieri in ambulanza è morta un signora,come da noi non c’era posto all’ interno dell’ ospedale…
A proposito dell’eccellenza del ruggi, una mia esperienza degli ultimi anni.
Per essere ricoverato in cardiologia dopo esservi stato portato in ambulanza in codice rosso ho dovuto aspettare una settimana, o quasi, in pronto soccorso, tutte le volte, ed in cardiologia ho aspettato una settimana prima di poter fare una coronografia ed una altra per esame elettrofisiologico, senza fare altro in queste due settimane se non aspettare occupando un letto in torre cardiologica, dopo poi, quasi una altra settimana di attesa per inserire un loop recorder.
Per ottenere da esterno una visita da cardiologo con prenotazione urgente entro 72 ore mi è stata prenotata per dopo 30 giorni.
In prontosoccorso mi son ritrovato in barella su un lenzuolo monouso stropicciato ed unto (sporco) che non mi è stato cambiato per tutta la settimana, mentre gli infermieri usavano gli stessi guanti monouso passando allegramente da un catetere ad un pannolone ad una flebo di pazienti diversi.
Mistero risolto, dopo che il vecchio accanto a me se ne andato, sulla sua barella, sul suo sangue urine e feci, hanno fatto accomodare il nuovo paziente senza cambiare il lenzuolo monouso.
In altra occasione è stato ricoverato un signore che ha preteso ed ottenuto protestando che gli fosse messo un lenzuolo nuovo, si trattava di un avvocato.
Vi è stata pure una protesta che ha visto l’intervento delle guardie giurate, all’orchè passata una giornata senza il consueto panino duro ed insaccato ed la bottiglietta d’acqua, ci fu risposto che non erano previsti ne dovuti i pasti e acqua nel pronto soccorso, notoriamente luogo di transito veloce.
Se queste sono eccellenze figuriamoci le non eccellenze.
Tutto prima del covid, non oso pensare se mi fosse successo settimane dopo (durante il covid).