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Pranzo speciale nelle carceri d’Italia: oggi piatti “stellati” anche per i detenuti di Fuorni

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Piatti “stellati” per i detenuti e per le detenute di 21 istituti penitenziari d’Italia. È l’iniziativa realizzata da Prison Fellowship Italia, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS, patrocinata dal ministero della Giustizia, che si svolgerà, in contemporanea, oggi in 21 carceri italiane, per un totale di 6000 pasti serviti, con la collaborazione di 600 volontari del RnS e di operatori della giustizia.

Dopo gli ultimi anni condizionati dalla pandemia, per la nona edizione – come riporta oggi il quotidiano “Le Cronache” consultabile online –  torna in tavola la solidarietà.

Ai tavoli, assieme a circa 600 volontari del RnS, prestano il proprio servizio numerosi testimonial del mondo dell’arte e dello spettacolo, della musica, del giornalismo e dello sport che si esibiscono per intrattenere i commensali e sprigionare il bene in una festa davvero speciale.

L’iniziativa coinvolge anche il carcere di Fuorni a Salerno.

“La pandemia ci ha fatto esperimentare cosa significhi essere privati della libertà e al contempo ci ha fatto riscoprire quanto valgano gli affetti di casa- ha detto Salvatore Martinez, Presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo- Il mondo carcerario è la permanente fotografia di questo duplice bisogno, che esplode in noi proprio quando viene meno”. “Il Pranzo d’Amore dell’altra cucina’ nasce non solo per fare il bene, ma per farlo bene, quindi i piatti saranno stellati e i camerieri che indosseranno il grembiule del servizio hanno tutti volti noti- afferma Marcella Reni, presidente di Prison Fellowship Italia OnlusLa giustizia riparativa di cui tanto si parla non riguarda solo vittima e colpevole. Spesso è la società civile che ha il dovere morale di ‘riparare’ per le tante omissioni, l’indifferenza colpevole e l’individualismo egoista”. Il Santo Padre ha inviato una lettera a tutti i Capi di Stato – invitandoli “a compiere un gesto di clemenza verso quei nostri fratelli e sorelle privati della libertà che essi ritengano idonei a beneficiare di tale misura, perché questo tempo segnato da tensioni, ingiustizie e conflitti, possa aprirsi alla grazia che viene dal Signore”.

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