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Finanziaria ’23: “La nostra disperata guerra alla crisi energetica!” A cura del Dott. Ciro Troncone

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Ebbene si, la legge di Bilancio 2023, in alcuni passaggi, è a mio avviso la prova provata che siamo entrati definitivamente in un’altra terribile
guerra! Una nuova guerra quindi, alla quale non eravamo per niente preparati, la “guerra dei costi energetici” e le vittime, in questo caso, siamo noi.. La verità è che noi Italiani da diversi mesi ormai non riusciamo più a sostenere questi aumenti delle bollette, ricevere una bolletta oggi ci provoca quasi un senso di ansia e di paura prima di leggere l’importo totale, ma la cosa triste è che per le aziende del nostro bel paese va ancor peggio.

Il costo dell’energia per le imprese, secondo una recente stima dell’ISPI (Istituto per gli studi di politica internazionale) ha sfiorato i 40 miliardi di euro nel 2022, una cifra quasi 5 volte superiore rispetto a quella dell’anno 2019! Tutti sappiamo oramai che la prima conseguenza della guerra in Ucraina è
stata l’impennata dei prezzi del gas che ha raggiunto il livello più alto mai raggiunto nella storia d’Europa! Ma quello che qualcuno forse non sa è che l’aumento del Gas ha poi portato come diretta conseguenza l’aumento del costo dell’energia elettrica.

Questo perché, soprattutto in Italia, produciamo elettricità con un “mix energetico” dove rispetto agli altri paesi europei, facciamo maggiormente
ricorso al gas naturale, addirittura in misura superiore al 40%.

Al fine di fronteggiare e contrastare quindi questo scenario, mi si consenta il termine “catastrofico”, la nuova Legge di Bilancio prova a mettere in campo svariate misure. Gli interventi, quindi, sono stati molteplici ed hanno riguardato sia la sfera dei privati cittadini che quella delle imprese. Iniziando dai privati, troviamo il “Bonus sociale elettrico e gas” che vede un incremento da 12mila a 15mila euro del valore della soglia dell’Isee familiare per accedere alle tariffe agevolate per fornitura di energia elettrica e la compensazione per la fornitura di gas naturale per il prossimo anno, riservate però, ricordiamolo, ai soli clienti
“economicamente svantaggiati”.

Buone notizie anche per le imprese in quanto nella legge di bilancio sono stati prorogati i crediti di imposta relativi al caro bollette in relazione anche al primo trimestre 2023. Nello specifico, la misura è stata anche rafforzata, grazie ad un aumento delle percentuali dei crediti di imposta previsti a fronte della spesa in bolletta per la componente energetica e per il Gas, che adesso arrivano in taluni casi sino al 45% di quest’ultima voce.

Sempre per le imprese, nello specifico quelle esercenti attività agricola, della pesca e agro meccanica, troviamo un credito d’imposta per l’acquisto di carburanti pari al 20% della spesa sostenuta. La stessa misura varrà anche per il carburante impiegato nella trazione dei mezzi utilizzati e nel riscaldamento delle serre e dei fabbricati adibiti all’allevamento degli animali. Anche questo credito, così come quello delle bollette, sarà fruibile in compensazione entro il 31 dicembre 2023 e sarà cedibile ad altri soggetti, nei modi e nei limiti previsti per gli oramai famosi crediti del Superbonus.

Una misura che riguarderà invece sia i privati che le imprese, è l’iva al 5% per le somministrazioni di gas metano, inoltre è estesa la stessa aliquota ridotta alle somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto servizio energia.  Per il primo trimestre 2023 saranno inoltre annullati gli oneri generali di sistema elettrico sulle utenze domestiche e su quelle non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW.

Al riguardo però mi si consenta di fare una breve riflessione: Se nel breve periodo questa può essere considerata una vittoria degli utenti, si ricordi che con questi oneri si sostengono anche quelle che sono le energie rinnovabili, ovvero i principali strumenti da poter mettere in campo per superare la crisi energetica nel lungo periodo…

Inoltre, l’utilizzo di energia prodotta da “fonti rinnovabili”, ovvero le F.E.R. (acronimo di Fonte di Energie Rinnovabili), non comporta aumento
di emissioni di Co2 nell’atmosfera, ma come abbiamo detto prima, siamo in guerra, ed in guerra si sa, tutto è concesso…

Dott. Ciro Troncone

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