Lo spumante leader dell’export Made in Italy (di Tony Ardito)

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Sulla base delle proiezioni su dati Istat del commercio estero relativi al mese di dicembre 2022, Coldiretti ha rilevato risultati assai lusinghieri per i prodotti Made in Italy.

Un record storico per l’export alimentare nostrano sulle tavole delle festività di tutto il mondo che solo per il periodo di Natale e Capodanno raggiunge i 5,3 miliardi di euro, in aumento del 20% rispetto allo scorso anno.

A crescere in modo consistente è il valore delle esportazioni dei prodotti più tipici delle feste, dallo spumante (+23%), trainato dal prosecco (+26%) – vero e proprio simbolo del Natale italiano all’estero – ai panettoni (+13%), ma ad essere richiesti sono pure il nostro caviale, che fa segnare una crescita sui mercati internazionali del +26%, e le paste farcite tradizionali del periodo freddo, quali i tortellini e i cappelletti (+13%). In salita anche la domanda di formaggi che fanno registrare un aumento in valore delle esportazioni del 18%, così come quella di prosciutti, cotechini e salumi (+7%).

All’estero, è dunque lo spumante a primeggiare nella classifica del Natale; più forte persino delle difficoltà causate dalla guerra in Ucraina sui mercati internazionali, tanto da trainare l’intero settore dei vini per i quali si segnala complessivamente un aumento del 12% in valore dell’export.

Tale successo spinge l’intera filiera dell’agroalimentare che nel 2022 è diventata la prima ricchezza del Belpaese, per un valore di 580 miliardi di euro con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente, nonostante le difficoltà derivanti dalla contingenza.

L’agroalimentare italiano si rivela ancora una volta un settore che può sostenere la ripresa dell’economia tanto da raggiungere a fine anno – qualora il trend risultasse costante – il record storico nelle esportazioni a quota 60 miliardi durante l’intero 2022, il massimo di sempre.

Secondo la nota organizzazione di categoria, gli importanti risultati conseguiti fuori confine dai nostri prodotti potrebbero migliorare ulteriormente se si agisse sui ritardi strutturali dell’Italia, sbloccando e potenziando tutte le infrastrutture che agevolerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e favorirebbero gli interscambi con il resto del mondo.

di Tony Ardito

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