Il budget viene pertanto prosciugato quasi ovunque entro il 10 di ogni mese. In pratica, in dodicesimi, ogni trenta giorni, si ripresenta quello che un tempo si verificava a fine anno, quando per tre o quattro mesi l’assistenza in convenzione restava al palo. E così, ancor prima di metà mese, progressivamente, tutte le strutture si ritrovano a secco e scatta il no dei centralini. L’unica soluzione è rassegnarsi a mettersi in coda e aspettare il prossimo giro. Anche la prenotazione dilazionata, tuttavia, di mese in mese, finisce per superare ampiamente i tempi medi fissati dalle linee guida nazionali. Chi può mette mano alla tasca gli altri spesso rinunciano. Una odissea per pazienti anziani, cronici e fragili costretti a frequenti controlli, riacutizzazioni e spesso anche ad accessi impropri in pronto soccorso nella impossibilità di sciogliere in breve tempo un dubbio diagnostico posto dal curante.
«Se c’è qualche laboratorio privato che dice che ha superato il tetto di spesa il 10 del mese gli mandiamo i carabinieri. Non intendiamo subire ricatti da parte di nessuno». Aveva detto qualche mese fa il governatore della Campani, Vincenzo De Luca
Fonte LIRATV.it