Commentando gli scontri tra tifosi romanisti e partenopei nell’area di servizio di Badia Al Pino, lungo la A1, Leardi ha detto: “Questi ragazzi hanno un’opportunità preziosa: la vita. E a volte la possono mettere a rischio per una rivalità calcistica. Ed è quello che più mi angoscia. Non vorrei che capitasse di nuovo quello che è successo a mio figlio”.
E a chi parla di un presunto sentimento di vendetta, mai del tutto sopito, tra le due tifoserie nato in seguito alla morte di Ciro, la madre chiede che il nome di suo figlio non venga mai usato per fare violenza perché “l’odio ha ucciso mio figlio. Io non mi vorrei mai macchiare del sangue altrui, le persone che incitano alla violenza è come se incitassero a uccidere”. Poi, si rivolge alla politica: “In nove anni avrebbero potuto fare qualcosa – ha aggiunto Antonella Leandri nel corso della trasmissione -. Mio figlio è stato ucciso in un agguato non in uno scontro. Quindi che prendessero seri provvedimenti, perché da 9 anni a questa parte non è stato fatto nulla”.