“Il giudizio sociale e istituzionale, che tende a ribaltare sulla donna la responsabilità della violenza subita, valutando l’adeguatezza del suo comportamento e la conformità dello stesso agli stereotipi di genere a cui la società è conformata.
I soggetti istituzionali che si interfacciano con le donne vittime di violenza, dalle Forze dell’ordine alla magistratura, dai Sanitari ai servizi sociali, devono – continua Pecoraro – essere formati, al fine di garantire la concreta attuazione della rete di protezione disegnata dalla Convenzione di Istanbul.
Per questo non è più accettabile la formazione meramente volontaria della magistratura e delle Forze dell’Ordine: occorre un cambio di passo che la renda obbligatoria, gli operatori e le operatrici della giustizia, i pool antiviolenza, specializzati, devono essere anche formati.
Le istituzioni politiche hanno l’obbligo normativo di intervenire, perché le donne vogliamo contarle vive, non morte“.