Tra i firmatari anche Anna Risi, madre di Antonella, scomparsa a 19 anni per una leucemia mieloide acuta, e Massimo Calce, reduce da un neurinoma dei nervi cranici.
A presentarla, ieri mattina, le associazioni Salute e vita e Medicina democratica.
“Siamo costretti a constatare che – nonostante numerosi provvedimenti della magistratura che smentiscono tutti i fatti segnalati e divulgati anche questa mattina dal Comitato “Salute e Vita” – viene riproposta una narrazione che finge di ignorare come non risulti minimamente agli atti alcuna delle ipotesi e delle tesi evidentemente sostenute non in omaggio alla verità ma con l’ unico obiettivo di diffamare le Fonderie Pisano e coinvolgere nell’allarme suscitato il maggior numero di esponenti della popolazione”. Comincia così la nota a firma del presidente dell’opificio di Via Dei Greci, Guido Pisano.
“Nel preannunciare iniziative legali a tutela dell’immagine delle Fonderie verso tutti i soggetti diffamanti, ma soprattutto per ristabilire un clima di auspicabile civiltà relazionale, è utile ricordare che l’Autorità Giudiziaria si è già pronunciata, in diverse sedi, con esito favorevole alle Fonderie Pisano”, spiega la proprietà.
“Un solo riferimento utile a chiarire, ancora una volta, alcuni punti centrali. Tre mesi fa il Consiglio di Stato – in sede giurisdizionale (Sezione Quarta-Roma) – ha pronunciato la sentenza con la quale si respinge il ricorso proposto dall’Associazione Salute e Vita, che aveva impugnato la sentenza del Tar (sezione di Salerno) che non ha annullato, come richiesto, il decreto della Regione Campania con cui si approva, invece, il progetto di riesame e di adeguamento dell’AIA rilasciata (DD n. 149 del 26.07.2012) alle Fonderie Pisano, oltre che una serie di atti ad essa connessi.
Va evidenziato che il Consiglio di Stato ha specificato che: “Dallo studio SPES acquisito dal Tar, non si ricava una specifica attribuzione dei livelli di contaminazione presenti nella Valle dell’Irno ed il conseguente rischio di esposizione all’attività della Fonderia“, confermando verità che le Fonderie Pisano hanno sempre asserito e che, invece, più volte sono state oggetto di strumentalizzazioni senza alcuna base scientifica, procurando allarmi nell’opinione pubblica con lo scopo di ottenere visibilità e consenso.
Occorre, inoltre, sottolineare come il Consiglio di Stato specifichi che “dagli atti, non si ricava l’esistenza di una situazione di palese superamento dei limiti previsti per l’immissione in atmosfera di prodotti inquinanti, per cui quando l’Arpac attraverso i suoi monitoraggi riscontrerà una siffatta situazione potrà essere messo in discussione l’assetto definito con l’ultima conferenza di servizi”, si legge nella nota a firma di Guido Pisano.
“Il Consiglio di Stato specifica che “il principio di precauzione interviene nei casi in cui non vi sono certezze scientifiche circa gli effetti che una certa attività può avere sulla salute umana, ma nel caso di specie non sussistono incertezze di carattere scientifico, ma assenza di prova che vi sia un inquinamento che debba essere eliminato con misure molto più radicali di quelle disposte dalla Fonderia Pisano”.
Esistono inoltre ulteriori sentenze che ribadiscono la condizione di assoluto e provato equilibrio ambientale nell’area delle Fonderie Pisano, permanentemente monitorate dall’Arpac, che non confermano in ogni modo attività inquinanti. Come pure respingono azioni e denunce promosse dal Comitato Salute e Vita. Anche in sede giudiziale si specifica che “peraltro non va dimenticato che gli amministratori della Fonderia sono sempre stati assolti dalle imputazioni relative a reati ambientali“.