“Possibile che non si ravvedano gli innumerevoli vantaggi per tutto il territorio interessato sotto l’aspetto socio economico e sanitario, quali, ad esempio, la fruibilità delle strutture sanitarie per tutti i cittadini del comprensorio che oggi raggiungono a fatica gli ospedali pubblici dediti all’emergenza all’interno delle reti tempo dipendenti? Eppure sono all’ordine del giorno le notizie di cronaca che raccontano di episodi finiti male perché i mezzi di soccorso o sono giunti tardi sul posto dell’incidente o sono, al contrario, giunti tardi dal luogo dell’incidente all’ospedale di riferimento vuoi per le condizioni oro geografiche delle zone interessate o per via della completa assenza di collegamenti veloci dalle zone interne a quelle urbanizzate?”
“Possibile che ancora oggi, in un territorio sempre più spopolato e disincentivante rispetto all’avvio di attività commerciali, qualcuno possa ragionare ancora alla cicero pro domo sua? Eppure basterebbe fare un giro tra tutte le agenzie di viaggi che si occupano di organizzare soggiorni nel Cilento per capire come i turisti si informino, in maniera scrupolosa, dell’opportunità o meno di avere un’adeguata assistenza sanitaria nel luogo di villeggiatura prescelto, con il risultato che qualora detta assistenza non possa essere garantita o fruita al 100%, si verifichino numerose disdette con importanti ricadute economiche per il territorio. Qualcuno ha mai calcolato quanto impieghi un ambulanza del sistema 118 a percorrere lo stesso tratto che normalmente si fa in una zona ad alta urbanizzazione, rispetto allo stesso tratto nei comuni interni del Cilento?”
Per Tomasco, dunque, non si parla di sola economia, ma di sopravvivenza. “Se alcuni sindaci, che ricordiamo sono e devono essere i primi garanti dei livelli di prestazione sanitaria sul territorio di loro competenza, e di riflesso sulle zone a loro limitrofe, non riescono a capirlo, sarebbe il caso di riconsiderare la loro reale funzione nel sociale e la loro capacità di discernere cosa sia utile a tutte le comunità e non solo a quella che li ha eletti. Ecco perché, come sindacato, riteniamo che il progetto della bretella da Eboli ad Agropoli rappresenti un’opportunità di sviluppo e di sicurezza sanitaria che nessuno possa permettersi di boicottare, tanto meno dei sindaci che per puro opportunismo elettorale non guardino al futuro rintanandosi in realtà anacronistiche di isolamento istituzionale”.