Il grosso del pubblico impiego – quello fra i due estremi, cioè fra dirigenti e i livelli più bassi in assoluto – riceverà invece fra i 24 e i 40 euro al mese. In pratica – come analizza il “Sole 24 Ore” – ai dirigenti andrà circa il triplo di quanto arriva ai dipendenti.
Le cifre si evincono dalle tabelle pubblicate dalla Ragioneria generale dello Stato dove si vedono gli aumenti per tutte le categorie in tutte le articolazioni della pubblica amministrazione centrale. Lo stesso meccanismo andrà poi replicato in regioni, province, comuni, Asl, ospedali e università.
Va ricordato che l’una tantum – prevista solo per il 2023 – è in proporzione alla busta paga: vale l’1,5% dello stipendio riconosciuto a ogni dipendente pubblico per 13 mensilità. Questo spiega perché arrivano più soldi a chi ha già gli stipendi più alti. Essendo legato quindi agli stipendi, difficilmente il bonus compenserà il caro vita dato che non è sufficiente a recuperare il tasso di inflazione.
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