Un evento religioso di grande impatto emotivo che si svolge sempre grazie all’abnegazione della Parrocchia di San Biagio Vescovo e Martire guidata dal nostro parroco don Rocco Aliberti e con il sostegno, preziosissimo, del comitato Festa. A tutti loro va il nostro grazie affettuoso e riconoscente, perché con amore sconfinato, portano avanti questa nostra secolare tradizione di fede che si tramanda di padre in figlio, di figlio in nipote, e siamo sicuri che così sarà per sempre.
Ci sono tradizioni, devozioni, affetti, sentimenti, che sono radicati nelle nostre vite, San Biagio è una di queste e rappresenta un faro che ci indica la via, che ci dice chi siamo e da dove veniamo, e con la sua costante opera, illumina il nostro cammino, non solo in occasione della sua festa, ma tutti i giorni.
San Biagio, Patrono di Lanzara, è ancora una volta qui a sostenerci e a dirci, da martire e da dottore della Chiesa, di avere fede e di operare sempre per il Bene.
San Biagio rappresenta un importante punto di riferimento nella vita dei cittadini di tutta Castel San Giorgio, per l’opportunità che ogni anno ci offre di stringerci intorno ai nostri valori comunitari che ci caratterizzano e ci contraddistinguono. Quegli stessi valori da cui trarre nuova forza e speranza per guardare con coraggio ed ottimismo al futuro. Quest’anno, dopo due anni di pandemia e di limitazioni, è finalmente l’anno del ritorno alla normalità. Da stamane il borgo di Lanzara è gremito di fedeli e lo sarà per tutta la giornata.
Una splendida giornata di sole ha accompagnato la tradizionale processione dopo la Santa Messa presieduta dall’Arcivescovo metropolita di Salerno, Acerno e Campagna, Mons. Andrea Bellandi che ringrazio per il dono che ci ha fatto con la sua presenza. Anche quest’anno ci affidiamo al cuore di San Biagio e, supplici, ci poniamo sotto la sua protezione. Buona festa a tutti e che San Biagio protegga sempre Lanzara, Castel San Giorgio e tutti i suoi figli devoti, quelli di ieri, quelli di oggi e quelli di domani»-questo il messaggio della sindaca di Castel San Giorgio Paola Lanzara.
Poco si conosce della vita di San Biagio, di cui oggi si festeggia la memoria liturgica. Notizie biografiche sul Santo si possono riscontrare nell’agiografia di Camillo Tutini, che raccolse numerose testimonianze tramandate oralmente. Si sa che fu medico e vescovo di Sebaste in Armenia e che il suo martirio è avvenuto durante le persecuzioni dei cristiani, intorno al 316, nel corso dei contrasti tra gli imperatori Costantino (Occidente) e Licino (Oriente).
Catturato dai Romani fu picchiato e scorticato vivo con dei pettini di ferro, quelli che venivano usati per cardare la lana, ed infine decapitato per aver rifiutato di abiurare la propria fede in Cristo. Si tratta di un Santo conosciuto e venerato tanto in Occidente, quanto in Oriente. Il suo culto è molto diffuso sia nella Chiesa Cattolica che in quella Ortodossa. Nella sua città natale, dove svolse il suo ministero vescovile, si narra che operò numerosi miracoli, tra gli altri si ricorda quello per cui è conosciuto, ossia, la guarigione, avvenuta durante il periodo della sua prigionia, di un ragazzo da una lisca di pesce conficcata nella trachea. Tutt’oggi, infatti, il Santo lo si invoca per i “mali alla gola”.
Inoltre San Biagio fa parte dei quattordici cosiddetti santi ausiliatori, ossia, quei santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in moltissime città e località italiane, delle quali, di molte, è anche il santo patrono, viene festeggiato il 3 febbraio in quasi tutta la penisola italica. È tradizione introdurre, nel mezzo della celebrazione liturgica, una speciale benedizione alle “gole” dei fedeli, impartita dal parroco incrociando due candele (anticamente si usava olio benedetto). Interessanti sono anche alcune tradizioni popolari tramandatesi nel tempo in occasione dei festeggiamenti del Santo. A Lanzara, frazione di Castel San Giorgio è tradizione mangiare la famosa “polpetta di San Biagio”, le lasagne e le panelle di San Biagio, un pane azzimo e mettere l’olio alla gola.
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