L’INTERVISTA
Era la bandiera, il vice capitano. Salerno lo amava. Perché lui a Salerno ci aveva messo il cuore. Ma Ivan Radovanovic, 34 anni, serbo di Belgrado, arrivato in Italia nel 2008 all’Atalanta (poi Pisa, ancora Atalanta, Bologna, Novara, Chievo, Genoa) oggi è tornato nella sua città. Triste, deluso, amareggiato. E’ arrivato a Salerno nel gennaio 2021 nell’ambito della rivoluzione effettuata da Walter Sabatini (“l’uomo che mi ha voluto in granata“) dopo che Danilo Iervolino ha rilevato la società.
22 partite in serie A, un gol alla Roma. Radovanovic è stato fondamentale, spesso decisivo per l’incredibile sprint salvezza della squadra di Nicola. All’allora Ds ha strappato un anno e mezzo di contratto. E, dopo la clamorosa salvezza, è stato uno dei pochi superstiti della passata stagione. Ma qualcosa è cambiato a Salerno. Sabatini è andato via, sostituito da Morgan De Sanctis. Rado ha continuato a giocare, 10 gare in questo campionato. Ma quel contratto pesava e a gennaio si erano fatti degli altri innesti.
ULTIMATUM
“Che è successo? L’ultimo giorno di mercato mi è stato detto o vai a Cagliari o sei fuori. Ho due bambine, la più grande era iscritta in prima elementare. A Salerno stavamo in paradiso. In poche ore avrei dovuto prendere e trasferirmi a Cagliari con pochi mesi di contratto. Il Cagliari è stato correttissimo. Ma era difficile prendere una decisione del genere in quegli attimi. Alla fine ho deciso di fare la risoluzione lasciando anche dei soldi al club. (Non voleva andare per vie legali ndr). Ma la delusione è grande, perché, in questo modo, avendola fatta dopo il 31 gennaio, non posso più andare in nessun altro club in Italia”.
“Non potrò mai dimenticare Salerno e il modo in cui la gente della città ci ha accolti. Me e la mia famiglia. Il giorno in cui mia figlia ha lasciato la scuola è stato tremendo”. Rado avrebbe voluto chiudere a giugno. E forse anche iniziare un nuovo progetto. In tutti questi ringraziamenti ne manca uno. A Morgan De Sanctis. Radovanovic non lo nomina mai e non lo farà in questa lunga chiacchierata con la Gazzetta.Fonte: LaGazzettadelloSport