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Export ortofrutta, record italiano (di Tony Ardito)

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Da una analisi della Coldiretti sulla base delle proiezioni su dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno divulgata in occasione dell’inaugurazione di Fruit Logistica di Berlino (principale fiera internazionale di settore), emerge che le esportazioni di frutta e verdura fresche e trasformate superano per la prima volta il muro dei 10 miliardi di euro grazie a un aumento dell’8%, malgrado le difficoltà conseguenti dall’aumento dei costi legato alla guerra in Ucraina, ma pure degli effetti dei cambiamenti climatici che hanno penalizzato soprattutto il settore del fresco.

Con circa un quarto del totale esportato, grazie anche a un aumento del 7% degli acquisti, è la Germania a rappresentare il primo mercato di sbocco per l’ortofrutta Made in Italy; seconda è la Francia, ove si registra però un arretramento del 2%. Terza la Gran Bretagna che al contrario vede un incremento dell’export del 15%, nonostante le difficoltà commerciali legate alla Brexit; quarta la vicina Austria, dove le vendite crescono dell’8%, subito davanti agli Stati Uniti che risultano essere il primo mercato extra Ue grazie a un incremento record del 20%.

Sul totale delle esportazioni, gli ortaggi freschi valgono oltre 1,8 miliardi che salgono a 5,3 miliardi di euro se si considera anche il trasformato; salse e concentrati di pomodoro pesano per quasi la metà del totale.

Lo scorso anno, la “pummarola” Made in Italy ha messo a segno un incremento record del 27% a riprova del successo dei prodotti della Dieta Mediterranea all’estero nonostante quanto noto.  L’export di frutta fresca vale, invece, 3,8 miliardi, ai quali vanno aggiunti gli 1,2 miliardi di succhi, confetture e conserve.

Orgogliosa, la nota sigla di categoria rimarca che Il settore garantisce al Belpaese 440mila posti di lavoro, pari al 40% del totale in agricoltura, con un fatturato di 15 miliardi di euro all’anno tra fresco e trasformato, pari al 25% della produzione agricola totale, grazie all’attività di oltre 300mila aziende agricole su più di un milione di ettari coltivati in Italia e vanta ben 119 prodotti ortofrutticoli Dop e Igp.

Un risultato che potrebbe essere addirittura migliore se si riuscisse a superare il gap logistico e infrastrutturale che – secondo il Centro Studi Divulga – costa all’agroalimentare 7,8 miliardi di euro all’anno, e nel caso del prodotto fresco, è particolarmente penalizzante per le nostre imprese rispetto ad altri Paesi produttori.

Tony Ardito

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