La Salernitana perde. Di nuovo. Stavolta non si può certo dire che la gara in questione non rientrava tra quelle da vincere in ottica salvezza. Stavolta la posta in palio era pesante. Stavolta c’era da affrontare uno scontro diretto di quelli da giocare con il ‘coltello tra i denti’. Da giocare, in buona sostanza, come ha fatto il Verona, con grinta, agonismo e determinazione e, pure, con un pizzico di sana disperazione, la stessa che portò al blitz al Bentegodi lo scorso anno, pur senza uomini e mezzi. Invece, in campo, ieri, si è vista la solita rassegnazione che risucchia la Salernitana quando subisce gol. Si sono visti i soliti errori e si è vista, purtroppo, la solita confusione. Nicola torna sui suoi passi, torna al 3-5-2, continuando ad inseguire quell’equilibrio che, nelle ultime settimane, solo l’assetto a quattro in difesa stava iniziando a fornire. Le opinioni possono lasciare il tempo che trovano. Ma i numeri parlano chiaro. E quelli della Salernitana certificano la crisi, figlia della confusione a tutti i livelli: 5 sconfitte nelle ultime 7 partite, 4 punti su 21 in palio, la zona retrocessione a 4 lunghezze. Stavolta, l’avventura di Nicola sulla panchina granata è giunta davvero ai titoli di coda. L’addio è inevitabile, per dare una scossa, per svegliare dal torpore una squadra che sta dilapidando di settimana in settimana il tesoretto accumulato in precedenza, anche grazie allo stallo delle dirette concorrenti. Ora, però, laggiù in classifica qualcosa eppur si muove e la Salernitana continuare a guardare da spettatrice interessata. La speranza è che le decisioni che di fatto non sono state prese tempestivamente settimane fa non influiscano sull’immediato futuro. Adesso occorre fermezza nelle scelte. Occorre andare avanti, senza continuare a guardarsi ancora indietro. A pagare come spesso accade è l’allenatore e questa volta vista la confusione i pareri sembrano essere concordi. Ma per molti non è l’unico responsabile, in molti etichettano anche in De Sanctis colui che ha fatto spendere soldi alla società senza individuare giusti profili.