Nei Paesi industrializzati, l’Epilessia interessa circa 1 persona su 100 ma il quadro diventa drammatico nei Paesi in via di sviluppo dove la prevalenza della patologia diventa 3-4 volte più frequente.
L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) ha più volte attenzionato questo problema, sottolineando che nel mondo l’accesso alle cure necessita di un’inversione di rotta: dati allarmanti, infatti, evidenziano come la disponibilità di medicinali antiepilettici nei Paesi a basso e medio reddito sia inferiore al 50%. Ma l’80% delle persone con epilessia vive proprio nei Paesi a medio-basso reddito e, di queste, circa tre quarti potrebbe non ricevere le cure necessarie.
La giornata Mondiale dell’Epilessia è una iniziativa che vuole sensibilizzare l’opinione pubblica sull’epilessia e in particolare promuovere iniziative volte a migliorare le conoscenze della malattia e rimuovere lo stigma che purtroppo ancora oggi è associato all’epilessia.
L’evento è promosso e patrocinato, dal 2002, dall’International Bureau for Epilepsy (IBE) e dall’International League Against Epilepsy (ILAE) che rappresentano le associazioni internazionali che hanno lo scopo di migliorare la tutela delle persone con epilessia e le conoscenze scientifiche sulla malattia.
In occasione della Giornata Internazionale per l’Epilessia la LICE – Lega Italiana Contro l’Epilessia lancia l’iniziativa “Io vedo le stelle”, una campagna di sensibilizzazione contro lo stigma sociale che comporta l’esclusione di chi convive con l’Epilessia da una vita normale, perché anche con l’Epilessia si può splendere e brillare, nonché realizzare i propri sogni e desideri.
“Il nostro obiettivo – spiega Laura Tassi, presidente della LICE – è scardinare l’atteggiamento di rassegnazione e non accettazione con cui spesso convive chi è affetto da Epilessia, ma soprattutto lo stigma sociale ancora troppo diffuso nella comunità e che vede chi è affetto da questa patologia escluso da una vita ricca delle opportunità a cui accedono gli altri. Vivere con l’Epilessia significa vivere con una malattia cronica che impatta globalmente sulla vita quotidiana, non solo per gli aspetti esclusivamente sanitari, ma soprattutto sui rapporti con le persone, la scuola, il mondo del lavoro”.
Un messaggio rivolto alla comunità e che invita chi convive con questo disturbo a non arrendersi alla propria condizione, ma anzi a raggiungere la consapevolezza che – con il giusto supporto – una migliore qualità della vita oggi è assolutamente possibile. E che anzi, seppur in presenza di un disturbo neurologico potenzialmente invalidante, è possibile fare tutto, persino l’astronauta e “uscire a riveder le stelle”.